Articoli Pediatria - P&R Scientific
Volume 4, Numero 2
30.06.2014
VULNERABILITA’ PSICO-COMPORTAMENTALE IN ADOLESCENTI BINGE DRINKERS
 
 
Gatta M, Cadevini M, Svanellini L, Aste G, Penzo M, Montagnese S, Schiff S, Battistella PA, Gatta A

Autori   [Indice]

Gatta M1, Cadevini M1, Svanellini L2, Aste G1, Penzo M2, Montagnese S3, Schiff S3, Battistella PA1, Gatta A3  

1Dipartimento di Salute della Donna e Del Bambino, Università di Padova, Italia
2Unità di Neuropsichiatria per bambini ed adolescenti, ULSS 16, Padova, Italia
3Dipartimento di Medicina, Ospedale Univeritario di Padova, Italia

Abstract   [Indice]

Introduzione: Ci si propone lo studio della relazione tra modalità di bere binge drinking (BD) e vulnerabilità psicopatologica in termini di problemi internalizzanti ed esternalizzanti in soggetti di età adolescenziale. L'ipotesi è che in soggetti binge drinkers le problematiche psico-comportamentali siano maggiori rispetto a chi non beve o beve meno.

Materiali e Metodi: L'analisi è stata compiuta su un campione di 441 studenti con un' età compresa tra i 14 e i 17 anni (età media di 15,10 anni ±1.23DS) di alcune Scuole Secondarie di II grado di Padova e provincia che hanno volontariamente partecipato alla ricerca. Sono stati somministrati lo Youth Self Report (YSR 11-18) di T. Achenbach per individuare elementi di vulnerabilità psicopatologica e il Questionario Adolescenti Sabato Sera (QASS) per ottenere informazioni relativamente alle modalità e all'entità del consumo alcolico.

Risultati: È stata riscontrata una relazione statisticamente significativa tra modalità di bere BD e vulnerabilità psicopatologica (F(2.433)=22.214, p=0.00000). Inoltre è stata verificata una relazione tra l'età dei soggetti e il consumo alcolico: al crescere dell'età aumentano le unità alcoliche consumate (da 0.2 unità alcoliche -UA- medie a 13 anni fino a 2 UA medie a 17 anni). Per numero di unità alcoliche si intende il numero di consumazioni assunte dai soggetti nella serata. L’abuso alcolico è risultato associarsi anche al genere e alle abitudini di svago sociale dei giovani (disponibilità economica, ora di rientro e luoghi frequentati).

Discussione: E’ stata rilevata un’associazione tra comportamento BD e disordine psico-comportamentale di tipo esternalizzante. Altre variabili sono risultate influenti sul consumo alcolico, quali ad esempio le abitudini dei ragazzi. Queste ultime potrebbero essere dominate dai genitori, se sensibilizzati opportunamente, il che apre una prospettiva su interventi preventivi che coinvolgano anche gli adulti di riferimento. 

Parole chiave: adolescenti, disturbi alcol-correlati, binge drinking

Available from: 
http://journal.preventionandresearch.com/index.php?PAGE=articolo_dett&ID_ISSUE=766&id_article=6596

Introduzione   [Indice]

L'espressione Binge drinking definisce un modello di consumo che prevede l'assunzione di un numero elevato di unità alcoliche (UA), convenzionalmente 5 o più per i maschi e 4 o più per le femmine, in un breve lasso di tempo con lo scopo di raggiungere in breve l'ubriacatura, l' alterazione di coscienza e lo stordimento (1,2).
Particolarmente vulnerabile risulta la categoria degli adolescenti che, sottoposti a rapidi e importanti cambiamenti psico-fisici, possono sperimentare sensazioni quali disagio, inadeguatezza o confusione. Tali vissuti potrebbero rendere attraente il ricorso a sostanze alteranti come regolatori emotivi (2-5).
Le conseguenze sull'adolescente "binge drinker" sono numerose, essendo i danni di carattere neurobiologico ed organico e portando a gravi alterazioni dei rispettivi correlati funzionali cognitivi, emotivi, comportamentali e psichici. Nei giovani binge drinkers sono riscontrabili, infatti, competenze neurocognitive povere, volumi cerebellari minori, alterazioni strutturali della sostanza bianca e grigia, e discrepante funzionali nell’attivazione cerebrale rispetto ai controlli (6,7).
La risposta comportamentale al consumo binge drinking prevede condotte a "rischio" dannose per se stessi e per gli altri, quali guida in stato d'ebbrezza, incidenti d'auto, comportamenti sessuali a rischio, violenti o di stampo criminale (8-10).
Particolarmente rilevanti sono i risvolti a livello psicopatologico, spesso non presi nella dovuta considerazione e quindi sottostimati rispetto alla loro portata: usualmente infatti vengono valutate al primo posto le conseguenze di natura fisica, mentre sono quelle psicologiche e comportamentali ad essere centrali e più frequenti nella realtà della condizione giovanile. Gli individui identificati come binge drinkers riportano, in particolare, stati d'animo e giudizi soggettivi più negativi rispetto ai non-bevitori, con concorrente umore negativo tipico anche degli stati depressivi (11). In tal senso il ricorso al binge drinking da parte di soggetti ansiosi e/o tendenti alla depressione potrebbe essere interpretato anche come una sorta di automedicazione. Recenti studi attestano l’elevato livello di morbilità psicologica, rispetto ai non binge drinkers, tra i soggetti che attuano tale pratica, i quali riportano più frequentemente sintomi tipici del disagio mentale, dello stress e di problemi emotivi in particolare ansia, nevrosi, depressione (12,13).
In questo contesto si inserisce il presente studio sulla relazione tra modalità di bere binge drinking e vulnerabilità psicopatologica in termini di disordini psico-comportamentali internalizzanti ed esternalizzanti in soggetti di età adolescenziale. L'ipotesi è che in soggetti binge drinkers le problematiche psico-comportamentali siano maggiori rispetto a chi non beve o beve meno. Vengono considerate inoltre diverse caratteristiche socio-demografiche (età, sesso, abitudini del sabato sera) per verificarne e comprenderne l’eventuale rapporto con le modalità di consumo alcolico e gli aspetti psico-comportamentali.

Materiali e metodi   [Indice]

Campione
L'analisi è stata compiuta su un campione di 441 studenti di alcune Scuole Secondarie di II grado (Licei, Istituti tecnici e professionali) di Padova e provincia che hanno aderito alla ricerca. I soggetti erano iscritti al primo (n. 211), secondo (n. 76), terzo anno (n. 154), con un'età compresa tra  i 14 e i 17 anni e un'età media di 15,10 anni ±1.23. Non sono stati previsti specifici criteri di esclusione per i partecipanti al fine di effettuare un’indagine a tappeto di tutti gli adolescenti frequentanti la scuola.

Procedure
Per la somministrazione è stata scelta la II settimana del mese di ottobre 2011 in quanto lontana da festività o eventi particolari che potessero condizionare un consumo alcolico diverso dall’abitudinario. Si presuppone quindi che il sabato sera a cui fa riferimento lo studio sia rappresentativo di un sabato sera "tipico" dei ragazzi di quell’età. Tale scelta ha interessato quindi un sabato sera "qualsiasi".
Per entrambi i questionari si è mantenuto l'anonimato attraverso l'utilizzo di sigle di accoppiamento dei due strumenti. La ricerca è stata condotta nel pieno rispetto dei principi etici (delibera del Comitato Etico dell'Azienda Ospedaliera di Padova, Italia, 13.02.2012).
 
Strumenti
Al campione di studenti sono stati somministrati due questionari: lo Youth Self Report version for 11-18 year-olds (YSR 11-18) per individuare elementi di vulnerabilità psicopatologica, e il Questionario Adolescenti Sabato Sera (QASS) per ottenere informazioni relativamente alle modalità e all'entità del consumo alcolico.
Lo Youth Self-Report (YSR 11-18) di T. M. Achenbach & L. A. Rescorla (2001) è uno dei test maggiormente utilizzati in ambito nazionale ed internazionale per il rilievo di problematiche psicopatologiche nel giovane (14-16). Trattasi di un questionario che, attraverso l'autovalutazione fornita dall'adolescente, consente di indagare un ampio spettro di caratteristiche, in particolare competenze sociali, scolastiche e ricreative nella prima parte, e possibili problematiche emotive e comportamentali nella seconda. Le problematiche psico-comporamentali, valutabili con punteggi il cui valore può cadere in un range normale, borderline o clinico, sono raggruppate in 8 scale sindromiche: ansia/depressione, ritiro/depressione, lamentele somatiche, problemi sociali, problemi di pensiero, problemi di attenzione, non rispetto delle regole, comportamento aggressivo. A loro volta le scale sindromiche sono raggruppate in 3 scale di problemi, di tipo internalizzante (ansia, depressione, ritiro e somatizzazione), di tipo esternalizzante (non rispetto delle regole e comportamento aggressivo) e di tipo nè internalizzante e né esternalizzante (problemi sociali, problemi di pensiero e problemi di attenzione).
Il Questionario Adolescenti Sabato Sera (QASS) è un questionario costruito ad hoc, a risposta multipla, redatto presso la Tossicologia Clinica delle farmacodipendenze dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova (17) allo scopo di dimensionare il consumo di bevande ricreative, sia alcoliche che analcoliche, nel corso dell’ultimo sabato sera (inteso come periodo compreso tra l’ora di cena e l’ora in cui si è andati a dormire). Il questionario è strutturato in due parti, nella prima parte vengono richieste informazioni circa sesso, età, nazionalità, peso, altezza, disponibilità finanziaria generale e specifica per la serata e orario di rientro nel caso di uscita. Nella seconda parte viene richiesta una stima di quantità e tipologia di bevande consumate (acqua, analcolici, birra, vino, cocktail, liquori, aperitivi) nel sabato sera precedente l’inchiesta. Tale strumento ha permesso di raccogliere informazioni su: condizione socio-demografica, disponibilità settimanale di denaro, contesto sociale, ora di rientro a casa e quantità di bevande alcoliche ed analcoliche assunte nel corso della serata.
Tramite i risultati ottenuti dal QASS i soggetti sono stati divisi secondo le loro abitudini alcoliche in binge drinker (10.3 % maschi e 8.9% femmine), bevitori moderati (40.5 % maschi e 26.5 % femmine) e non bevitori (49.2% maschi e 64.6% femmine).
Nella categoria dei binge drinker (BD) rientrano soggetti femminili che consumano 4 o più unità alcoliche (≥ 4UA) e soggetti maschili che bevono 5 o più unità alcoliche (≥ 5 UA), in un'unica occasione. La definizione è stata tarata sulle linee guida fornite dal consiglio del National Institute of Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) del 2004: la concentrazione di alcol nel sangue rispondente ad un più preciso criterio di misurazione, nei casi di binge drinker si attesta a 0.08 g/L o superiore che corrisponde,  per un adulto medio, al consumo di 5 o più bevande (maschio), o 4 o più bevande (femmina), in circa 2 ore. La scelta di differenziare i cut-off in base al sesso viene dalle indicazioni della letteratura che segnalano differenze di reazione e assorbimento imputabili alle caratteristiche fisiche di genere (18,19).
La seconda categoria è quella dei bevitori moderati (BM) identificabili in coloro che consumano un numero minore di 4/5 unità alcoliche (<4/5 UA ) a seconda del genere, per occasione. Sebbene non esista una definizione precisa del bere moderato, vi è consenso nella comunità scientifica: in genere il termine è usato per descrivere un modello di consumo a basso rischio che prevede non più di 3-4 porzioni standard per episodio (20).
L'ultima categoria è quella dei non bevitori (NB), qualificati per definizione stessa, soggetti che hanno riferito di non aver fruito di alcol nel sabato sera precedente la rilevazione.

Statistica
I risultati sono espressi come media ± SD, se non diversamente specificato; i dati grezzi seguono una distribuzione normale. Lo studio dell'effetto delle variabili fattoriali dei dati raccolti nei due questionari
è stata valutata mediante ANOVA, aggiustata per età. L'analisi della regressione univariata è stata effettuata con r di Pearson o R del Spearman.
L'analisi statistica è stata effettuata utilizzando i pacchetti di Statistica 8.0 "(StatSoft Inc., Tulsa, OK, USA)".

Risultati   [Indice]

I risultati relativi alle diverse categorie di consumo alcolico secondo cui è stato suddiviso il campione in relazione ad alcune variabili quali sesso, età, tipologia di scuola frequentata, abitudini del sabato sera collegate al bere (disponibilità economica, tipologia di luoghi frequentati, orari di rientro) sono riportati in tabella 1.

Tabella 1 : caratteristiche dei soggetti: sesso(maschi e femmine in numerosità e percentuale), età (anni) tipo di scuola e abitudini del sabato sera correlate al consumo alcolico (NB = non bevitori, BM = bevitori moderati, BD = binge drinkers)

    NB BM BD
Genere Maschi 96 (49.2%) 79 (40.5%) 20 (10.3%)
Femmine 159 (64.6%) 65 (26.5%) 22 (8.9 %)
Età media Maschi 14.9 15.4 16.1
Femmine 14.8 15.4 15.2
Tipo scuola Liceo 84 (73.7%) 20 (17.5%) 10 (8.8%)
Tecnico 121 (53.8%) 87 (38.7%) 17 (7.6%)
Professionale 50 (49 %) 37 (36.3%) 15 (14.7%)
Denaro   € 21.57 € 28.00 € 38.35
Orario rientro Prima 24 103 (56%) 69 (37.5%) 12 (6.5%)
Dopo 24 20 (21.1%) 49 (51.6%) 26 (27.4%)
Luoghi Bowling/ Sport/ Altro 22 (81,5%) 5 (18,5%) 0
Pizzerie/ Ristoranti 24 (80%) 6 (20%) 0
Sagre/ Feste amici 41 (56.2%) 25 (34.2%) 7 (9.6%)
 
Locali/ Bar 4 (6.9%) 39 (67.2%) 15 (25.9%)
In giro” 32 (34.8%) 43 (46.7%) 17 (18.5%)

La disponibilità economica per dei "tipici" sabati sera è risultata essere in media 38.35 € e l'orario di rientro medio è attorno alle due di notte. Il principale luogo di consumo risulta essere "in giro", seguito dagli abituali luoghi quali bar e locali, sagre e feste tra amici.
L’orario di rientro a casa è risultato essere predittivo per la quantità di alcool assunta dai giovani nel corso della serata: la quantità di alcool assunta è maggiore tra i giovani che rientrano a casa dopo le 24 [F(1, 278)=45.362, p=.00000] e, in particolare, il numero di giovani binge drinkers che rientrano dopo le 24 è maggiore di coloro che rientrano prima [Chi-Square = 278 df = 279 p = .505652].
Significativo dal punto di vista statistico è risultato il rapporto tra età dei soggetti esaminati e consumo alcolico [F(4, 419)=4.6596, p=.00109]: al crescere dell'età crescono le unità alcoliche consumate, indipendentemente dal genere (Grafico 1).
Anche il rapporto tra disponibilità economica e consumo alcolico è risultato significativo [F(2, 357)=7.7531, p=.00051]: al crescere del denaro il numero di unità alcoliche consumate. I binge drinkers risultano possedere in media 38.5 € a differenza dei non bevitori risultavano avere una media di 21.57 € (Grafico 2).
Le problematiche psico-comportamentali sono divise nelle tre categorie rilevate dallo YSR: disturbi internalizzanti, esternalizzanti e totali. Si è proceduto a individuare l'eventuale presenza dei disturbi nel campione totale e verificarne la relazione con il consumo alcolico (NB, BM, BD). La relazione tra consumo alcolico (non bevitori, bevitori moderati e binge drinkers) e "problemi totali" si presenta statisticamente significativa, come presentato nel grafico sottostante (Grafico 3) sia in relazione alla percentuale di studenti BD che ottengono un punteggio clinico (Chi-square: 22.5385, df=4, p=.000157),  sia in relazione alla media dei punteggi ottenuti in questa scala (F(2, 433)=22.214, p=0.00000).
Significativo è anche il dato che mostra il crescere delle medie relative ai punteggi indicativi di problematiche psico-comportamentali con l’aumentare delle UA consumate (tabella 2): ciò evidenzia come i disordini sia internalizzanti che esternalizzanti siano maggiormente presenti nella categoria dei binge drinkers. Analizzando le due categorie separatamente (disordini internalizzanti ed esternalizzanti) per evidenziare quale si associasse in modo significativo al consumo alcolico, è risultata una significatività statistica relativamente ai disturbi esternalizzanti (F(2, 433)=57.769, p=0.0000), come rappresentato nel grafico 4, senza differenze di genere; tale tendenza si è trovata anche considerando la percentuale degli studenti che hanno ottenuto punteggi clinici: il 56.10% dei BD ottiene punteggi clinici, mentre solo il 21.95% dei BD ottiene punteggi nella norma.

Tabella 2: medie dei punteggi relativi alle scale dei problemi internalizzanti , esternalizzanti e totali dello YSR in rapporto al consumo alcolico (NB = non bevitori, BM = bevitori moderati, BD = binge drinkers).

YSR 11-18 NB BM BD
Problemi internalizzanti 53.8 53.3 55.6
Problemi esternalizzanti 51.9 59.1 67.0
Problemi totali 52.7 56.8 61.7
 
E’ stata successivamente considerata la sola categoria BD relativamente ai risultati dello YSR, per quello che riguarda sia le Scale Sindromiche sia le Scale dei Problemi (tabella 3): si conferma la presenza di disturbi di tipo esternalizzante all’interno del gruppo BD e nello specifico di comportamenti antisociali.

Tabella 3: caratteristiche dei soggetti BD relativamente a YSR (scale sindromiche e dei problemi). *Scale sindromiche: range  per punteggi borderline 65-69, scale dei problemi: range  per punteggi borderline 60-64

YSR 11-18
 
medie punteggi
 
Maschi     Femmine
 
Ansia/depressione 58.4 54.5
Ritiro/depressione 55.5 55.0
Lamentele somatiche 58.6 59.9
Problemi sociali 56.8 55.4
Problemi di pensiero 61.1 61.1
Problemi di attenzione 58.1 59.7
Non rispetto delle regole 69.7* 69.4*
Comportamento aggressivo 63.5 63.4
Problemi internalizzanti 55.9 55.2
Problemi esternalizzanti 67.5* 66.5*
Problemi totali 62.2* 61.4*

Circa le problematiche esternalizzanti ed internalizzanti sono state inoltre studiate le relazioni con le variabili sesso ed età (classe) (tabella 4). Pur non risultando significativo dal punto di vista statistico, l'andamento delle problematiche psico-comportamentali in relazione a tali variabili è indicativo: come si evince dalla tabella 4, nei soggetti BD in prima superiore i punteggi esternalizzanti sono uguali nei due sessi; nel passaggio alle classi successive i problemi esternalizzanti restano sostanzialmente stabili nel sesso femminile, mentre aumentano nel sesso maschile. Da notare che i punteggi della scala dei problemi esternalizzanti cadono tutti nel range clinico (≥65) sia nei maschi, sia nelle femmine.
Come riportato in tabella 4 in I superiore i punteggi relativi ai problemi internalizzanti sono simili nei due sessi; nel passaggio alla classe successiva, II superiore, i punteggi aumentano sia tra le femmine che tra i maschi, per diminuire successivamente (III superiore). Nel sesso femminile questo andamento è maggiormente pronunciato.

Tabella 4: valori medi relativi ai punteggi della scala dei problemi internalizzanti (INT) ed esternalizzanti (EXT), per sesso e classe 

Problemi 1^ classe 2^ clesse 3^ classe
Esternalizzanti
(EXT)
Maschi 66.8 67.6 68.0
Femmine 66.8 66.0 66.3
Totali EXT 66.8 66.9 67.3
Internalizzanti
(INT)
Maschi 55.4 56.8 54.4
Femmine 55.7 58.3 53.5
Totali INT 55.3 54.6 55.8
 

Discussione   [Indice]

Vi è consenso generale sul fatto che i modelli di consumo di alcolici, in particolare quelli associati a ingestione e intossicazione rapida come è il binge drinking, si accompagnino sistematicamente a danno fisico e problematiche psicologiche, sociali e comportamentali (3-7,19).
Il tutto, di fatto, trova conferma nel presente studio in cui si riscontra che le medie delle tre diverse tipologie di problematiche (internalizzanti, esternalizzanti e totali) crescono al crescere delle UA consumate in un unica occasione.
In generale è risultata una correlazione positiva tra i tre gruppi di consumo alcolico  e i problemi totali, comprendenti disturbi emotivo-comportamentali e della socialità.
Nello specifico risulta una significatività statistica relativamente alla categoria dei disturbi esternalizzanti: all'aumentare del consumo di alcol aumenta la presenza di problematiche di comportamento, senza differenze di genere. Tale dato è confermato in letteratura (8,13).
Studi precedenti hanno verificato problemi di esternalizzazione in soggetti con una traiettoria di binge drinking che prevedeva insorgenza precoce e alta frequenza di consumo (21). I soggetti con una traiettoria ad insorgenza tardiva e consumo a bassa o moderata frequenza presentavano, invece, variabili psico-sociali, e in particolare comportamentali, tendenzialmente positive e nella norma (21). Ciò suggerisce che nell’ambito dei giovani che consumano alcolici può essere tracciato uno spartiacque collegato all’età che divide coloro che consumano alcolici sulla base di problematiche emotivo-comportamentali le quali potrebbero essere espressione di vulnerabilità psicopatologica che rende tali soggetti (in pre-adolescenza e prima adolescenza) a maggior rischio, e coloro che bevono prevalentemente sulla base di aspetti socio-culturali e fase specifici (medio-tardi adolescenti). Se nel primo caso la vulnerabilità psicocomportamentale è da considerarsi un fattore di rischio per l’abuso di sostanze alcoliche, nel secondo caso essa potrebbe costituire una conseguenza negativa dell’abuso stesso. A tal proposito indagini effettuate su studenti  tra i 12 e i 20 anni, volte ad approfondire le credenze ed i comportamenti associati al BD, hanno verificato un’associazione tra "bevitori binge" e presenza di maggiore probabilità di coinvolgimento in comportamenti a rischio per la salute e per la socializzazione (22-24).
In merito ai problemi internalizzanti, che nel presente studio non sono stati riscontrati correlare statisticamente con il consumo alcolico, altre indagini hanno provato che le "abbuffate compulsive", identificabili in binge drinking, risultano presentare un maggiore livello di comorbilità psicopatologica, particolarmente ansia e depressione. Sarebbe dunque importante poter valutare anche gli aspetti di autostima e autoefficacia dei soggetti bevitori (25). A tal proposito un altro recente ed interessante studio mirato ad esaminare l'associazione tra binge drinking e benessere psichico auto-riferito in ragazzi e ragazze dai 12 ai 18 anni (25,26) ha messo in luce che binge drinking e problemtatiche psichiche si associano in ragazze (OR 2.43, 95% CI 1.86-3.17, p = 0.000) e ragazzi (OR 1.64, 95% CI 1.19-2.27, p = 0.003)  tra i 12 e i 15 anni. La maggior parte degli adolescenti tra i 16 e i 18 anni dichiarava episodi di binge drinking nelle 4 settimane precedenti (69.6% maschi e 56.8% femmine). In questa fascia di età i ragazzi con problematiche psichiche hanno meno probabilità di essere classificati come bevitori binge rispetto ai ragazzi che risultavano privi di problematiche psichiche (OR 0.63, 95% CI 0.45-0.87, p = 0.005). Nessuna associazione simile è stata trovata tra comportamenti di tipo binge drinking e salute mentale nelle ragazze di questa fascia d’età. Dati assimilabili, sebbene non significativi dal punto di vista statistico, sono emersi nel nostro studio circa la relazione tra disordini internalizzanti, genere ed età (riferita come classe frequentata) dei soggetti, per comprendere l'andamento delle problematiche psicologiche: i dati mostrano che in I Superiore i punteggi relativi ai problemi internalizzanti sono simili nei due sessi ma, passando alla classe successiva, i punteggi aumentano sia tra le femmine che tra i maschi per poi diminuire successivamente. Il fenomeno è rilevabile maggiormente nel sesso femminile dove l’andamento è più pronunciato.
Focalizzando l'attenzione sull'aspetto economico i binge drinker risultano avere a disposizione una media 38.5 € a serata, diversamente dai non bevitori dove la media scende a 21.57 €. E' quindi rilevante il rapporto disponibilità economica/consumo alcolico che prevede come al crescere del denaro cresca il numero di unità alcoliche consumate. Anche in letteratura il Binge drinking e il maggior consumo di unità alcoliche in generale è stato associato a una cospicua quantità di denaro utilizzabile per la serata (27); la disponibilità economica è stata quindi identificata quale ulteriore fattore di rischio per il comportamento di "abbuffata alcolica" (28).
Altra condizione che può favorire il rischio di abuso di alcol è il "luogo", principalmente discoteche e locali/bar (17,29). A tali modalità si aggiunge la consuetudine, tipica degli adolescenti, di consumare alcolici "in giro" (30). Si tratta di attività poco strutturate, dove il bere può risultare un riempitivo e dove il minore controllo aumenta il rischio di consumo alcolico, specie se più tradivo è l’orario di rientro a casa.
Queste evidenze dovrebbero sollecitare la promozione di attività preventive focalizzate in particolare su interventi genitoriali che stimolino il monitoraggio funzionale dei figli, dato che elementi attinenti a modalità educative parentali quali la disponibilità economica, i luoghi frequentati e l’ora di rientro possono fare la differenza rispetto al comportamento di consumo alcolico.
In conclusione il binge drinking in età adolescenziale si associa a vari fattori quali dati anagrafici, abitudini del soggetto, caratteristiche psico-sociali e comportamenti di tipo esternalizzante.
La conoscenza di tali fattori può facilitare l'identificazione dei soggetti a rischio e conseguentemente la predisposizione di interventi mirati, precoci e conseguentemente più efficaci. Ciò anche e soprattutto alla luce del rilevante dato emerso nella presente ricerca, relativo al rapporto riscontrato tra l'età dei soggetti e il consumo alcolico: al crescere dell'età aumentano le unità alcoliche consumate.
Considerate le numerose e gravi conseguenze del fenomeno trattato si evidenzia la necessità di un’azione ad ampio raggio che intervenga sia sul piano scientifico, per meglio comprenderlo, sia a livello pragmatico per sensibilizzare i giovani sui rischi del binge drinking e ridurre il consumo alcolico. 

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Autore di riferimento   [Indice]

Michela Gatta
Dipartimento di Salute della Donna e Del Bambino, Università di Padova, Italia


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