Un pacemaker per curare l'anoressia


I ricercatori del Krembil Neuroscience Centre e dell’University Health Network in Canada, hanno approntato una tecnica di impianto di pacemaker nel cervello per curare forme gravi di anoressia. L’impianto richiede una procedura chirurgica, ma è comunque poco invasivo e reversibile.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet. 
I ricercatori sono partiti dall’idea che la stimolazione cerebrale possa curare questo grave e diffuso disturbo dell’alimentazione.
La stimolazione cerebrale profonda, mediante l’applicazione di un pacemaker, può essere utile in casi particolarmente gravi di anoressia, soprattutto quando le altre terapie falliscono.
Questo tipo di stimolazione è già usata per trattare alcune malattie neurologiche, come il Parkinson ed è attualmente sperimentato per alcune forme di depressione e di epilessia, ma è la prima volta che viene utilizzata su soggetti anoressici.
Il pacemaker inizialmente è stato impiantato su sei persone e sono stati misurati alcuni parametri: nel giro di alcuni mesi è stato rilevato che cinque pazienti su sei hanno aumentato il loro peso ed è  migliorato anche il tono dell’umore. I pazienti trattati, tutte donne fra i 24 e i 57 anni, convivevano con la malattia da almeno quattro anni.
Lo studio ha confermato l’efficacia di questa nuova metodica.
L’anoressia è il più diffuso disordine psichiatrico fra le giovani donne fra i 15 e i 19 anni e presenta un alto tasso di mortalità. Gli attuali trattamenti standard sono inefficaci nel 20% dei pazienti ed in molti casi si rischia una morte prematura. Questa nuova tecnica terapeutica sembra adesso rappresentare un valido rimedio per fronteggiare questo grave disturbo e per ridurne gli enormi costi personali e sociali.
 

Fonte: www.thelancet.com

Simone De Sio

Giovanni Rinaldi