Un'iniezione per fermare il tumore alla prostata


Un'iniezione per bloccare il tumore inibendo l'attività di una molecola chiave sarebbe possibile fermare la diffusione del cancro alla prostata. Uno studio delle università di Bristol, Nottingham e della University of the West of England (UWE Bristol), ha messo a punto un composto specifico in grado di bloccare l'attività della molecola SRPK1, che aiuta i tumori a formare nuovi vasi sanguigni e quindi a sopravvivere e diffondersi nel corpo. 
Per arrivare a questo risultato, i ricercatori hanno analizzato campioni umani di cancro alla prostata. In questo modo e' stato possibile osservare che un aumento della SRPK1 e' legato a una maggiore aggressività del tumore. In seguito gli esperti hanno dimostrato che farmaci conosciuti come composti SPHINX, progettati per inibire specificamente l'attività di SRPK1, sono in grado di ridurre la crescita tumorale in un modello murino di cancro della prostata, quando questi vengono somministrati tre volte alla settimana con iniezioni. I risultati indicano un nuovo modo di trattare i pazienti affetti da cancro alla prostata e possono avere implicazioni più ampie per il trattamento di altri tipi di tumori.
Con questa nostra sperimentazione si è dimostrato che facendo calare i livelli dell'SRPK1 si poteva 'inibire' il tumore alla prostata.
I tumori hanno bisogno di sangue per sopravvivere e crescere. E' su questo punto che si sono concentrati gli sforzi dell'equipe. Gli studiosi hanno visto che bloccando i vasi sanguigni è possibile frenare l'espansione delle cellule cancerogene. Hanno creato una miscela che hanno sperimentato sui topi. Le iniezioni sugli sulle cavie da laboratorio riuscivano a fermare la molecola SRPK1 e a quel punto la crescita del cancro si fermava. 
La prossima tappa è quella di sviluppare un medicinale che possa influire sull'attività della molecola SRPK1. Dal momento che questo tipo di cura punta ad agire sui vasi sanguigni, può essere usata anche per combattere altri tipi di tumore e anche la degenerazione maculare legata all'età, che porta a cecità.  
I risultati propongono una nuova via per trattare il tumore alla prostata e potrebbero avere un'applicazione molto più ampia, per altri tipi di tumore.

Il tumore alla prostata è una delle forme di cancro più diffuse tra gli uomini. Per il 2015 sono attesi circa 35.000 nuovi casi, con una caduta rispetto a quelle che erano le stime degli anni precedenti legata al perfezionamento dei metodi predittivi e delle diagnosi precoci. Cala, inoltre, anche il tasso di mortalità causato dal carcinoma prostatico. Secondo le ultime stime, infatti, in Italia nel 2015 saranno 323.000 le persone con diagnosi di tumore alla prostata che sopravvivranno e il 50% dei 35.000 nuovi casi sono classificati a basso rischio. Per questi ultimi, quindi, si potrà così parlare di "sorveglianza attiva" e, forse presto, non sarà più necessario sottoporre tali pazienti a operazioni chirurgiche.

Fonte: 
http://www.nature.com/onc/index.html

Simone De Sio

Alessandra Di Marzio