Tutti pazzi per i farmaci - P&R online 23-11-2011




 Il ‘Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali' (Dsm) è la guida usata dagli psichiatri di tutto il mondo per diagnosticare patologie e cure. Nel 2013 uscirà la quinta versione che potrebbe includere tra i malati anche chi è alla prese con normali stati di insoddisfazione o sofferenza. L'allarme arriva da Allen Frances, psichiatra americano già a capo della Commissione che ha redatto il Dsm IV, la quarta edizione del manuale. "Un sistema diagnostico è importante per stabilire i confini tra malattia e normalità e determinare chi ha effettivamente necessità di farmaci", afferma Frances, intervenuto al Wefree Day organizzato dalla comunità di San Patrignano. "Il problema è che negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria inflazione diagnostica". Impressionanti i dati presentati al workshop. Già oggi viene diagnosticato un disordine mentale al 25% degli americani, circa 45 milioni di persone, quota che arriva alla metà della popolazione entro l'età di 82 anni. Con il Dsm IV si è arrivati a classificare 357 patologie, con la conseguenza che le diagnosi di disordini bipolari sono aumentate del 40% rispetto a quanto avveniva con l'edizione precedente, mentre quelle di autismo sono cresciute del 25% e quelle di Adhd, la sindrome da iperattività e deficit di attenzione, sono raddoppiate. Per il Dsm IV si parla addirittura di classificare 900 patologie. "L'introduzione di nuovi disagi psichiatrici potrebbe portare a includervi tutta la popolazione", dichiara Frances. "Sotto la sola ansia mista e depressione, in Italia vi sarebbero almeno 3 milioni di potenziali pazienti. Anche un dolore del tutto normale come quello da lutto potrebbe essere diagnosticato come depressione". Secondo lo psichiatra, i membri della Commissione del Dsm appartengono a un'élite clinica che sottovaluta fraintendimenti e abusi operati rispetto alle indicazioni del manuale da "medici frettolosi e non sempre competenti, sottoposti alla pressione pubblicitaria delle industrie farmaceutiche". Gli antipsicotici in Usa sono i farmaci più venduti, con un giro d'affari di 50 miliardi di dollari all'anno, il 5% del totale. "Le nostre attuali conoscenze fra l'altro non ci permettono la prescrizione preventiva degli psicofarmaci", conclude Frances, avvertendo che vengono spesso sottovalutati gli effetti collaterali degli psicofarmaci: dall'aumento dell'obesità alla dipendenza, fino alla morte. "Per questo è importante che i medici non eseguano le diagnosi troppo in fretta e che valorizzino le terapie relazionali rispetto a quelle farmacologiche". In America ha fatto molto clamore il caso dell'Oxycontin, un potentissimo antidolorifico oppioide. La casa produttrice Purdue Pharma ha messo in atto una massiccia operazione di marketing, pur sapendo che il rischio di dipendenza può raggiungere il 50%. L'azienda è stata condannata per pubblicità ingannevole negli Usa a un risarcimento di 646 milioni di dollari. Ora anche il Canada si appresta a intraprendere una class action guidata da Ray Wagner, avvocato di Halifax, intervenuto al WeFree Day. "Noi non rappresentiamo persone che sono diventate dipendenti da Oxycontin perché in cerca di uno sballo facile", afferma il legale, "ma casalinghe, professionisti, studenti che si sono visti rovinare la vita dopo essere entrati nello studio di un medico".

Giuseppe Di Eugenio