Articoli Medicina Riabilitativa - P&R Public
Anno 5, Trimestre 1
05.02.2015
SPORT E INVECCHIAMENTO CEREBRALE: GLI EFFETTI DELL'ATTIVITÀ FISICA SUL CERVELLO
 
 
Donadio Stefano

Autori   [Indice]

Donadio Stefano

Citation: Donadio S. Sport e invecchiamento cerebrale: gli effetti dell’attività fisica sul cervello. Prevent Res, published on line 05 Febr. 2015, P&R Public 77. Available from: http://www.preventionandresearch.com/

doi:


Abstract   [Indice]

Diversi studi evidenziano che l’attività fisica non è solo un fattore protettivo per la salute, ma aiuta anche nella riabilitazione dopo eventi patologici più o meno gravi.
Mentre le persone più giovani e senza particolari problemi di salute possono orientarsi verso qualsiasi attività sportiva di loro gradimento, le persone nella fascia della terza età devono necessariamente scegliere attività che comportino uno sforzo fisico commisurato alle loro condizioni fisiche.
Nel presente articolo sono stati valutati studi nei quali i ricercatori si sono avvalsi di tapis roulant per condurre i loro test e hanno dimostrato che il tapis roulant è un attrezzo così versatile e funzionale da servire perfettamente a scopi anche molto diversi e può adattarsi alle esigenze più disparate, dal training agonistico in vista di una gara alla riabilitazione di pazienti con alterazioni motorie o neurologiche.
 
Parole chiave: attività fisica, riabilitazione, invecchiamento cerebrale

Testo   [Indice]

INTRODUZIONE
Da molti studi emerge che l’attività fisica non è solo un fattore protettivo per la salute, ma aiuta anche nella riabilitazione dopo eventi patologici più o meno gravi (1-5).
Un gruppo di ricercatori del German Center for Neurodegenerative Diseases (DZNE), dell'Università di Magdeburgo e del Leibniz Institute for Neurobiology, ha pubblicato sulla rivista  “Molecular Psychiatry” i risultati di uno studio volto a individuare i nessi tra attività fisica e riduzione dell'invecchiamento cerebrale (1).
La ricerca ha coinvolto 40 volontari, che sono stati suddivisi in due gruppi: il primo gruppo ha svolto regolarmente per 3 mesi attività fisica su un tapis roulant, il gruppo di controllo ha svolto solo degli esercizi per il rilassamento muscolare. Lo studio ha messo in luce un aumento della perfusione nell'ippocampo e un miglioramento della memoria visiva nei pazienti con meno di 70 anni che si sono esercitati sul tapis roulant. I pazienti del gruppo di controllo e i pazienti di età superiore a 70 anni non hanno riscontrato gli stessi benefici. É stato perciò dimostrato il legame di causa-effetto tra allenamento e aumento della perfusione del cervello, a sua volta collegata alle funzioni mnemoniche, anche se tale legame sembrerebbe venire meno con l'avanzare dell'età.
Nel frattempo, anche un gruppo di ricerca di Magdeburgo ha iniziato ad osservare gli effetti dell'attività fisica sulla memoria visiva. I partecipanti al test sono stati sottoposti a prove visive mentre camminavano su dei tapis roulant, per far sì che i ricercatori fossero in grado di studiare il legame tra attività fisica ed esercizio mentale (2).
Lo scopo dei ricercatori sarà ora quello di individuare le possibili strade per rallentare l'invecchiamento neurologico e prevenire - o addirittura curare - la demenza senile e il morbo di Alzheimer attraverso l'allenamento, che potrebbe divenire pertanto la fonte di un approccio terapeutico innovativo. Gli studiosi invitano comunque alla prudenza, sia perché il campo di ricerca è nuovo, sia perché per il momento il trattamento della demenza senile non sembra destinato a rinunciare del tutto all'impiego dei farmaci.
 
SPORT E SALUTE MENTALE
Anche se le ricerche appena citate stanno aprendo nuovi spiragli, la medicina cerca già da diverso tempo di individuare e spiegare gli effetti dello sport sulla mente. Per il momento, tutti gli studi condotti sono sempre giunti alla stessa conclusione: il fitness migliora le prestazioni cognitive.
La ricercatrice Jude Cameron dell'Oregon Research Center ha riscontrato la presenza di un maggiore afflusso sanguigno nella corteccia cerebrale dei soggetti fisicamente attivi (6). Ancora sul legame tra sport e afflusso al cervello, i ricercatori dell'Università di Calgary in Canada hanno scoperto che le donne più attive manifestano la presenza di un flusso maggiore di sangue nel cervello e, al contempo, ottengono risultati migliori nei test cognitivi (7).
Se però la connessione tra attività motoria e salute cerebrale è chiara a tutti, qual è lo sport più adatto a coadiuvare il cervello?
 
LA SCELTA DELL'ATTIVITÀ SPORTIVA NELLA TERZA ETÀ
Non esiste uno sport adatto a tutti. Lo sport perfetto viene individuato in funzione di diversi fattori come l'età, il peso, le preferenze personali, il tempo a disposizione, la predisposizione naturale. In generale, però, ogni persona avrebbe bisogno di muoversi almeno trenta minuti al giorno indipendentemente dalle sue condizioni fisiche e dal suo stile di vita. Mentre le persone più giovani e senza particolari problemi di salute possono orientarsi verso qualsiasi attività sportiva di loro gradimento, le persone nella fascia della terza età devono necessariamente scegliere attività più leggere, che comportino uno sforzo fisico commisurato alle loro condizioni fisiche.
Il fitness può offrire una risposta. Negli studi esaminati, i ricercatori si sono avvalsi di tapis roulant per condurre i loro test. Il tapis roulant è in effetti un attrezzo così versatile e funzionale da servire perfettamente a scopi anche molto diversi. Come spiegano sul loro blog gli esperti di treadmill e running di  Tapis Roulant Store (http://www.tapisroulantstore.it/), uno dei maggiori punti di riferimento in Italia sulla corsa e sul fitness, l'allenamento sul tapis roulant può adattarsi alle esigenze più disparate, dal training agonistico in vista di una gara alla riabilitazione motoria dei pazienti.
Il tapis roulant consente di camminare, marciare o correre: a definire l'entità dell'allenamento non è mai l'attrezzo, ma è sempre l'utente. Il tapis roulant è in grado di migliorare la vascolarizzazione, le funzioni cardiache e respiratorie, riattivare il metabolismo, aiutare a mantenere il normopeso, rafforzare la muscolatura e, in base alle ultime scoperte, ritardare l'invecchiamento cerebrale.
Come ogni altra attività fisica, anche quella sul tapis roulant deve essere graduale e costante. I medici chiedono ai loro pazienti di muoversi poco ma ogni giorno, così il tapis roulant deve essere utilizzato spesso e per il tempo necessario a sortire i suoi effetti.
Il tema della sicurezza non va mai trascurato, soprattutto se l'utente è una persona anziana o poco allenata. Se non si ha dimestichezza con lo sport, può essere necessario rivolgersi ad un trainer esperto, senza dimenticare in nessun caso di seguire alcune regole per il corretto utilizzo del tapis roulant. Sono ancora gli esperti di Tapis Roulant Store a spiegarci cosa si intenda per “sicurezza sul treadmill”: occorre allenarsi su un modello di tappeto adatto alla propria fisionomia; bisogna monitorare il cuore con l'aiuto di un cardiofrequenzimetro o dei programmi HRC (Heart Rate Control) di cui sono dotati alcuni treadmill; bisogna verificare il corretto funzionamento della chiave di sicurezza del tapis roulant, un piccolo dispositivo che consente di spegnere immediatamente il nastro in caso di problemi. Inoltre, non bisogna mai improvvisarsi sportivi e occorre sempre commisurare gli sforzi al proprio livello di forma fisica e allo stato di salute, possibilmente sotto la sorveglianza di un medico.
 
IL TAPIS ROULANT NELLA RIABILITAZIONE MOTORIA
Sebbene oggi il tredamill venga associato prevalentemente al mondo del fitness, è in ambito medico che è nato. Ne resta traccia nel tapis roulant da riabilitazione, una particolare tipologia di treadmill messa a punto negli anni cinquanta proprio per consentire la riabilitazione motoria con l'aiuto del fisioterapista.
Rispetto ai tapis roulant tradizionali, quelli da riabilitazione hanno una pedana più ampia, dei corrimano lunghi e robusti, un'accelerazione molto graduale e una velocità iniziale più bassa.
La riabilitazione sul tapis roulant è finora stata sfruttata nel post-operatorio di ginocchio e caviglia, ma anche nella riabilitazione neurologica dei pazienti con ictus.
I nuovi ambiti di ricerca, quelli che stanno evidenziando i nessi esistenti tra attività fisica e rallentamento dell'invecchiamento cerebrale, creeranno con molta probabilità altri ambiti di utilizzo del treadmill, che potrebbe diventare un presidio medico persino nel trattamento della demenza senile o dell'Alzheimer (8). Ma per avere delle conferme in tal senso, dovremo aspettare ancora.

Autore di riferimento   [Indice]

Stefano Donadio

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