Pillola 5 giorni dopo, Italia verso obbligo ricetta solo per minorenni


Per la pillola dei 5 giorni dopo, la commissione scientifica (Cts) dell'Aifa sarebbe favorevole all'acquisto senza ricetta ma solo per le maggiorenni: le minori di 18 anni avranno dunque bisogno della richiesta di un medico.
Se questo è l'orientamento dell'organo tecnico dell'Agenzia del farmaco, la questione però è lontana da essere definita. La stessa direzione dell'agenzia e ha coinvolto il ministero, che a sua volta ha chiamato in causa il Consiglio superiore di sanità per avere un parere prima di prendere la decisione finale. 

Non si profilano quindi tempi brevi nella partita della pillola anticoncezionale che agisce, se la fecondazione non è ancora avvenuta, fino a 5 giorni dopo il rapporto.
L'Ema, cioè l'ente regolatorio europeo, ha detto che il farmaco non mette a rischio la gravidanza se viene preso quando questa è già iniziata ed ha aggiunto che si può vendere senza ricetta. Basta questo a far entrare la novità nei Paesi del vecchio continente e infatti alcuni di questi si muoveranno già nelle prossime settimane. 

In Italia, però, la decisione dell'Ema ha subito scatenato polemiche. Fa cadere infatti l'obbligo del test di gravidanza per le donne che devono assumere il farmaco e, appunto, apre alla vendita senza prescrizione.
Per l'Aifa è molto difficile dire no a una cosa decisa dall'Ema, a meno che quanto prescritto dall'agenzia non confligga con le leggi italiane. E' per questo che in una delle ultime riunioni la Cts ha ipotizzato di limitare la prescrizione solo per le minorenni, abolendo il test e adottando la vendita libera per le maggiorenni.

Una posizione che metterebbe l'Italia nel novero dei Paesi in linea con le decisioni prese in Europa, ma che invece, come sempre quando si parla di contraccezione, incontra ostacoli e scaricabarile che prorogano l'ora delle decisioni.
Così, la direzione di Aifa, che dovrebbe essere autonoma sui temi farmaceutici, anziché dar seguito all'orientamento del proprio organo scientifico, ha coinvolto il ministero e il Consiglio superiore di sanità, al quale peraltro la richiesta di esprimersi sulla pillola dei 5 giorni dopo non è ancora arrivata. I tempi quindi sembrano destinati ad allungarsi. Oltretutto c'è chi contesta un ruolo del genere a quell'organismo.

Fonte: 
http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/home-page-area-stampa?canale=stampa

Simone De Sio
Alessandra Di Marzio