Articoli Medicina del Lavoro - P&R Scientific
Volume 2, Numero 3
18.07.2012
La ricerca interdisciplinare è semplice da valutare?
 
 
André JC, Frochot C, Toméi F

Autori   [Indice]

André JC 1-2, Frochot C 2, Toméi F 3

1 INSIS-CNRS, 3 rue Michel Ange F75016 Paris - Francia
2 LRGP UPR 3349 CNRS - University of Lorraine – 1, rue Grandville F54000 Nancy - Francia
3 Dipartimento di Medicina del Lavoro, “Sapienza” Università di Roma

Citation: André JC, Frochot C, Toméi F. Is interdisciplinary scientific research easily evaluable?
Prevent Res 2012; 2 (3): 196-220. Available from: http://www.preventionandresearch.com/. doi: 10.7362/2240-2594.033.2012


doi: 10.7362/2240-2594.033.2012


Parole chiave: ricerca, discipline, società

Abstract   [Indice]

Introduzione: La ricerca viene sempre più divisa in diverse discipline scientifiche, e questo tende a portare a difficoltà nell’associare le conoscenze provenienti da diversi settori specializzati in progetti di pubblica utilità come ad esempio per la ricerca medica o SSL.

 
Obiettivi: L'obiettivo di questo saggio è quello di esplorare il problema della valutazione scientifica in questo settore importante sia per i lettori di P & R che per quelli con interessi più generali. L’argomento scelto rappresenta un problema importante per lo sviluppo di tali attività che si prospettano a coloro che prendono le decisioni e, in misura minore, ai colleghi, coinvolti in una forma di conservatorismo dei paradigmi, associati a mono-discipline. Il documento discuterà la solidità degli indicatori tradizionalmente usati nel confronto con la reputazione percepita dei ricercatori coinvolti in progetti interdisciplinari.
 
Materiali e metodi: Lo studio tratta il tema delle azioni interdisciplinari utilizzando i risultati di ricerche provenienti da diversi ambiti disciplinari. La maggior parte delle metodologie per la valutazione delle prestazioni di ricerca al giorno d'oggi sono ampiamente basate su indicatori bibliometrici. E’ stato proposto un consiglio sulle attività interdisciplinari ed è stato posto l'accento sul proporre metodi migliori per valutare la fama dei ricercatori operanti in settori complessi, che associano varie discipline scientifiche.
 
Risultati: Il documento non fornisce risultati diretti, ma gli autori ritengono che questo tipo di proposta possa rappresentare uno dei migliori approcci ascendenti per promuovere il cambiamento nella cultura di alcuni valutatori di ricerche che devono tener conto di una nuova nozione di eccellenza associata ad una visione applicata che deve anche, naturalmente, rappresentare un beneficio per la società.
 
Conclusioni: Non viene proposta in questo saggio una conclusione finale che sostenga comunque un migliore livello di valutazione per una buona ricerca interdisciplinare.

 
“Che strana parola “discipline”…una parola antica, o quasi parole antiche, antiche quanto i dialetti europei, e che si portano dietro meno latino romano che l’educazione durante il periodo medievale. Sia in inglese che in francese, esiste allo stesso tempo verbo e sostantivo. Il nome che diamo interdisciplinare consiste in campi di studio definiti dai loro contenuti e dall’istituzione. Ma il verbo significa punizione e castigamento” (1).
 
 “L’interdisciplinarità, come tale, può essere approcciata tramite due domande: quali sono le sue finalità e quali sono i suoi strumenti? L’interdisciplinarità, in primo luogo, è inerente a tutti i lavori scientifici” (2). 
 
 “Le tecnologie ed il mercato ci conducono al nostro futuro ma le nostre rappresentazioni e la nostra non comprensione ci mantengono nel passato. L’uomo può essere così in ritardo nei riguardi di ciò che lui stesso ha creato?Come abbiamo potuto perfezionare così bene i nostri strumenti ma non chi li usa?” (3).
 
 “Collaborazioni tra le discipline ed apertura tra settori ed esperti non significa necessariamente infrangere I limiti” (4).

Introduzione   [Indice]

“Dal momento che la conoscenza dell’Uomo e della Società è convoluta nelle scienze, come le Scienze Naturali, il nostro lavoro ha il fine di raccontare la verità riguardo al fatto che il mondo sociale risulta irrimediabilmente soggetto alla dominazione della specializzazione. Al suo interno persino il mondo degli esperti favorisce l’autismo: gli economisti tendono a non leggere più, (e a quasi non citare) nessuno se non gli economisti (questi, preferibilmente della stessa scuola), i sociologi leggono solo gli altri sociologi, i legali solo gli altri legali, e così via con questa forma di parossismo fino al ricadere nell’autocitazione come modalità privilegiata”(5). Per decenni, sono stati largamente utilizzati gli indicatori bibliometrici nei metodi di valutazione delle ricerche (cf. per esempio 6, 7, 8, 9, 10) con una grande quantità di pregiudizi (cf. anche per esempio11, 12). In caso di lavoro di ricerca interdisciplinare come per le classiche scienze di base, Dumas et al (13) hanno mostrato che occorre condurre altre ricerche per trovare indicatori migliori concernenti la fama percepita dei singoli ricercatori. Scopo di questo lavoro è questo tipo di abilità […].

Prendiamo come ipotetico punto di partenza, il caso di una domanda di sovvenzione di un progetto che colleghi discipline scientifiche sovrapposte che vanno valutate da esperti indipendenti di diverse discipline di cui praticamente nessuno abbia esperienza di progetti interdisciplinari. A questi esperti viene richiesto di rispettare le procedure ed i criteri per l’assegnazione della sovvenzione. A questo proposito, come potranno scegliere tra una proposta che descriva una futura collaborazione di ricercatori di diverse discipline costituita tuttavia da una giustapposizione di progetti mono disciplinari e che abbia chiari obiettivi e risultati, ed una vera proposta interdisciplinare che è meno ben progettata ed ha meno possibilità di dare risultati precisi? Dovrebbero preferire il primo progetto che comporta meno rischi o il secondo che è meno chiaro e comporta un nuovo rischio derivato dalla necessità di un linguaggio comune, buona padronanza, etc? “Quante probabilità hanno le proposte interdisciplinari in sospeso di emergere in simili condizioni? E al maggioranza […] dei colleghi nella commissione non sono abbastanza contenuti nello status quo che permette al lavoro interdisciplinare di procedure come al solito al costo relativamente minore di qualche retorica interdisciplinare?” (14).
La ricerca nella prevenzione è un soggetto abbastanza complesso, dal momento che associa sia risultati validati da complessi esperimenti scientifici e qualche conoscienza euristica ed esperti dai campi delle scienze umane e sociali, legali, ecc. A questo proposito, questo importante campo per la società è un buon esempio di lavoro di ricerca interdisciplinare ed ancora i progetti in quest’area sono difficili da sviluppare. Questo perché esercitano poche attrattive sui ricercatori; hanno livelli di previsione intrinsecamente difficili legati ad una complessa combinazione di bisogni e domande sociali; sono deboli nella valutazione delle nozioni dell’eccellenza scientifica in un settore dove scienza e società devono essere riconciliate ed a causa delle forze di inerzia delle discipline stabilite, ecc. Il lavoro si concentra sul difficile problema che sta sorgendo attualmente nella società moderna, riguardante la corretta valutazione del lavoro di ricerca interdisciplinare ed è quindi ovviamente rilevante per il caso della ricerca scientifica nell’area dell’ Occupational Safety and Health (OSH).
Naturalmente, come hanno spiegato Heintz ed Origgi (15), ci sono problemi maggiori inerenti ai progetti di ricerca interdisciplinare che sono:
 
  • Vocabolario: Ogni disciplina ha sviluppato il proprio vocabolario ed il lavoro interdisciplinare richiede tempo per la traduzione in modo da sviluppare un linguaggio comune al fine di conseguire una visione comune per una proficua collaborazione;
  • Metodologie: Ogni disciplina utilizza il proprio metodo di ricerca. La pressione temporale risulta inoltre un vincolo se vanno evitate le incomprensioni tra i membri della squadra di ricerca interdisciplinare;
  • Vincoli cognitivi: E’ difficile trovare persone capaci di coprire l’intero campo di esperienze in un progetto interdisciplinare; “C’è ancora bisogno di una profonda conoscenza delle diverse discipline per portare avanti una vera e propria ricerca interdisciplinare” (15);
  • Durata del progetto: Quando bisogna sviluppare un articolo, ed ha successo, il progetto interdisciplinare avrà raggiunto i suoi obiettivi e verrà sospeso, il che è diverso rispetto alle monodiscipline dove può essere necessario che il lavoro vada ulteriormente avanti; da un punto di vista epistemico, lo sviluppo della conoscenza non segue un processo temporale lineare. Ciò rende difficile sincronizzare lo sviluppo di conoscenza tra diverse discipline;
  • Vincoli istituzionali: Le istituzioni di ricerca sono spesso organizzate secondo discipline e procedure di valutazione spesso dipendenti dall’importanza delle discipline coinvolte.
 
“Valutazione significa pensare all’interno e per conto di una data  comunità professionale riguardo ciò che andrebbe fatto all’interno di una data situazione sociale, in particolare riguardo tutti i doveri connessi all’esercizio della professione in questione” (16). Un secolo fa, gli scienziati, la vera elite sociale, pubblicavano i risultati delle loro ricerche in giornali scientifici nazionali senza una vera valutazione prioritaria e la qualità delle loro università provvedeva a garantire la qualità del loro lavoro. Il passaggio a “Scienza di Massa” (in Europa ci sono tra 1 e 3 milioni di ricerche!) ha inevitabilmente cambiato queste pratiche ed “oggi, la qualità scientifica è valutata tramite figure” (17, 18) e ci sono centinaia di migliaia di giornali scientifici al mondo in cui i ricercatori possono esprimere le loro idee. Ma Elster (19) ci insegna che “l’analisi della scelta come massimalizzazione di un obiettivo come l’utilità e il profitto sembra promettere la creazione dell’ideale scientifico di un’unica previsione”. E’ un fatto matematico di base che una funzione “conforme” definita su un gruppo pure “conforme” raggiungerà il suo massimo valore per un unico valore di una variabile. La forza della teoria della scelta razionale è inerente alla sua supposta capacità di produrre predizioni quantitative accurate… Ségalat (20) scrive che una “burocrazia non si interessa del fatto che i mezzi utilizzati siano appropriati solo se tali strumenti sono comodi per i suoi scopi”!
Ad ogni modo i Paesi sviluppati, con le loro diverse culture, sarebbero tutte soggette alla stessa ossessione? La Scienza mira ad essere universale- sarebbe lo stesso per i metodi burocratici dei Paesi o per gli interessi degli intermediari come gli editori di riviste scientifiche (per esempio, il budget dell’ American Chemical Society è apparentemente intorno ai 400 milioni di dollari l’anno), o infine per gli scienziati che si sono circondati dei loro principi elitari che non rispettano i loro statuti di gestione della ricerca? Inoltre, Hannah Arendt (21) sostiene che “tutti I giudizi nascondono un pregiudizio al loro interno. Solo l’individuo sarà giudicato ma non il criterio né tantomeno la rilevanza in confronto con ciò che viene valutato”.
Detto ciò, secondo i target (gli addetti alle decisioni, gli istituti di ricerca, I cittadini, gli industriali), il filo conduttore classico è quello di prendere il meno possibile in considerazione i rischi immediati nel finanziare la ricerca. Comunque se la valutazione tecnico-scientifica o interdisciplinare è troppo complessa, come possiamo essere sicuri di:
 
  • Fare la “scelta giusta”?
  • Fare il giusto investimento a lungo termine?
  • Di essere debolmente fuorviati a causa da trope valutazioni, con bassi livelli di coerenza, che le necessità di proposte siano preparate e valutate, per le quail c’è consumo di tempo e di energia e che portano a ridurre il lavoro di squadra?
 
Cosa bisogna pensare della competenza obbligatoria in un campo e della necessità di indipendenza nel valutare un collega o una delle sue proposte?
 
Queste domande rapidamente abbozzate sono sufficienti per immaginare con facilità la difficoltà di armonizzare le visioni delle autorità e dei loro ricercatori, degli addetti alle decisioni e della società, anche se sono tutti d’accordo sulla necessità di giudicare (correttamente)la qualità della produzione scientifica per migliorare….La situazione diventa ancor più complicata se teniamo presente la logica di Debord (22) che definisce la società moderna (postmoderna?) come una società delle rappresentazioni costruite sullo spettacolo, delle figure e dell’apparenza di piccoli poteri che caratterizzano le relazioni sociali tra gli individui. Pertanto la “qualità” di questo tipo di spettacolo permanente, mentre dipende da nuovi lavori, che devono essere valutati e non l’obiettivo generali di una società, che oggi sembra essere da definire solo attraverso lo sviluppo tecnologico dello “spettacolo”, sfruttando la conoscenza delle innovazioni fornite dalla scienza.
 
Gli autori di articoli scientifici usano riviste scientifiche come principale vettore di comunicazione con la loro comunità disciplinare e, probabilmente, in misura minore, con un ampio pubblico, ma possiede il linguaggio giusto per far capire i loro messaggi. Revisori esperti ed impact factor della rivista possono dare un’idea dell’importanza del lavoro pubblicato (anche se è disponibile l’informazione critica sull’utilità o meno di questo tipo di impact factor quantitativo (23)). Questo ”materiale” può indubbiamente essere usato come base per discutere su come giudicare l’originalità o la razionalità dei metodi scientifici per raggiungere il consenso ma riguardo alla qualità degli obiettivi? Cosa significa misura di impatto se accantoniamo un possibile ritorno economico? Rischiamo dunque di sapere tutto su “come” senza aver discusso “perché”? Melman (24) scrive: “Inoltre è piuttosto logico che le minoranze tiranniche che super-promuovono questi tratti delle loro specifiche nature vedono solo nella regola la barriera che mette fine all’espressione del loro incriticabile e completo narcisismo ed alla manifestazione dei loro desideri”… Quindi, tra una riduzione affrettata ed una conclusione riguardo alla completa inappropriatezza del sistema per la produzione scientifica per una valutazione credibile, la procedura sembra crivellata di numerose trappole che possono scatenare polemiche (25).
 
In queste condizioni, i ricercatori non hanno anche bisogno di considerare pure l’idea che la richiesta di giustificare il loro lavoro e farlo rivedere da esperti, e di giustificare le proprie scelte, li influenza in conformità di una strategia di minimalizzazione dei rischi di riconoscere la qualità inerente al loro lavoro? Bettman, Luce e Payne (26) suggeriscono che ciò potrebbe portare a porre troppo stress nel giudicare sé stessi che ci permetterebbe di evitare arbitrarietà e possibili emozioni “negative”. L’uso solo dei criteri quantitativi, che alcuni definiscono rilevanti, aumenta la probabilità che le conseguenze determinino la causa come con la tautologia!
Inoltre, per illustrare alcuni “effetti sfuggenti” nella strutturazione della valutazione, è utile discutere rapidamente il contesto della valutazione della ricerca interdisciplinare (con gli obiettivi applicati) correlate con i programmi delle diverse cornici dell’UE (FWP). Durante la Guerra fredda questi erano basati su innovazione, sicurezza ed eccellenza scientifica, mentre oggi questi programmi di base sono utilizzati per lo sviluppo della competitività economica e per la creazione di reti di ricerca europee in un contesto che riguarda sempre di più aspetti sociali. In origine le richieste militari e di sicurezza dei paesi dell’unione (e nel complesso i paesi occidentali) tendevano a fornire un’indicazione per la ricerca. Le cose sono cambiate con la riduzione dei problemi tra est ed ovest e la valutazione è diventata più associata a considerazioni socio-economiche. L’eccellenza è ancora essenziale ma ora la ricerca deve produrre valori sia finanziari che economici per la società europea. Di recente (sesto e settimo FWP), le procedure di valutazione sono state modificate per tener maggiormente conto della volontà della società di partecipare all’innovazione (produttore, fruitore, maggiori tendenze dell’UE e spese di riparazione per le compagnie assicurativeQuesti diversi elementi caratterizzano la correlazione tra scienza, tecnologia e società e naturalmente va preso in considerazione per la valutazione scientifica delle attività interdisciplinari che devono inoltre aiutare a sviluppare la scienza per modificare la società. A. de Tocqueville (27) suggerisce che “dal momento che i lavori dell’intelligence erano diventati fonte di forza e benessere, ogni sviluppo della scienza, tutte le nuove conoscenze e tutte le nuove idee devono essere viste come seme di potere messo alla portata del popolo” che significherebbe che ci sono molti collegamenti tra la creazione della conoscenza scientifica e la società.
 
La nozione di elitarismo probabilmente differisce quando si considera in maniera integrate il ruolo dell’operatore sociale che è abilitato dallo sviluppo di innovazioni e dalle loro relazioni con la scio-economia. Queste osservazioni quindi giustamente pongono la domanda fondamentale sulla definizione del concetto di eccellenza (e le sue modalità di valutazione che non necessariamente corrispondono ad a “A“ o a “A+” nella valutazione esistente dell’AERES ( il sistema di valutazione nazionale francese per la scienza) (28)), che dev’essere basato sulle convenzioni e su un sistema di valori confrontati soggettivamente con una forma stereotipata di “figura-tipo”.  Si passa poi più verso forme di giudizio derivate dalla fase di recupero di scelte qualitative o semi-quantitative. Questo tipo di azione (29) è definita dall’espressione di relazione “appropriata” tra i diversi criteri eterogenei di valutazione secondo una situazione sia effettiva sia prevista. L’addetto alle decisioni dunque ha una reale responsabilità e non può facilmente nascondere sotterfugi dietro a stereotipi o bloccando fondazioni quantitative (30, 31). Per metterla in un altro modo, possiamo anche scegliere di seguire la provocazione di Von Keyserling (32) “ lo studente è l’uomo superficiale per eccellenza; è persino soprattutto ottuso!” Forse si è adattato al “fattore h”? (33). O quella di Salem (34), che sviluppa le sue teorie lungo le strade “facili da capire”: “L’intelligenza francese è pronta per la collaborazione”? O infine quella di Fleury (35) che a proposito del concetto di trappola scrive: “La performance, caricature della realizzazione personale, è sicuramente, in questa prospettiva, una delle patologie più entropiche della democrazia attuale”. E’ quindi naturale che sorgano dibattiti e controversie riguardo a come giudicare la ricerca disciplinare e specifica credibile e di sicuro cosa andrebbe giudicato.
All’interno di questi contesti, attualmente la ricerca interdisciplinare è in una posizione scomoda tra la ricerca intenzionalmente incentrata su un “oggetto” e quella di base che esplora un soggetto ulteriore che ha portato I. Stengers (36) a scrivere : “Tutte le scienze che non sono prodotto di un paradigma pretendono solo di essere ideologiche”! Similmente, Lecourt (37) scrive: “La ricerca di base ha come finalità nient’altro che il suo progresso”. Qual’è dunque il caso della ricerca interdisciplinare che ha come fine avvicinare scienza e società? I ricercatori che svolgono lavoro interdisciplinare tendevano ad essere soggetti ad ansia ed ad una certa incertezza riguardo alla loro legittimazione. Questa inclinazione favorisce una lucidità acuta che, a volte, può tradursi in un comportamento patologico e anche in un modo di pensare auto-distruttivo (38). E ciononostante, sarà ancora necessario andar oltre gli sterili dibattiti riguardo alla “pura” scienza, che è completamente scevra da ogni necessità sociale, ed asservita alla domanda attraverso la scienza ( o schiavizzata secondo Bourdieu) (39).
 

Discussione   [Indice]


 
I – L’aspetto quantitativo
In un recente articolo Larroussière (40) esprime il punto di vista di numerosi scienziati riguardo alle procedure quantitative che hanno comportato riduzioni drastiche, considerate da alcuni come indicatori di attività di ricerca: “Molti ricercatori si rifiutano di calcolare la loro produttività come ha chiesto loro il CNRS [questi rimproveri si applicano anche ad alter istituzioni]. L’assenza di strumenti forti è un punto controverso”… E’ supportato da Kermarrec et al (41),che suggerisce che la ricerca dovrebbe reagire emotivamente sui principi dell’esistenza di indicatori perchè l’influenza di descrittori quantitativi di attività aumenterà continuamente. Più precisamente come potrebbe questo fattore “h” (10) provvedere un indicatore più profondo della qualità del lavoro di ricerca? (cf. 42, 43, 44, 45, 46, 47, 47, 48). Questa situazione è caratterizzata da lacune, frodi certe o lavoro svolto due volte (41, 42, 43, 44, 45, 46, 47). Queste analisi portano, secondo Zitt e Filliatreau (48), al seguente consiglio riguardo agli errori ed ai limiti degli indicatori che:
 
  • Trasmettono solo informazioni su uno spettro più ampio delle attività;
  • Si adattano a “confrontare argomenti confrontabili”;
  • Non sono particolarmente adatte all’osservazione dei settori emergenti di ricerca;
  • Richiedono una diversità di punti di attacco e livelli di ricerca;
  • Devono essere completati, come parte di una valutazione, in particolar modo le opinioni degli esperti.
 
Quindi, gli indicatori andrebbero considerati soltanto come elementi che possono in parte aiutare a fornire analisi più approfondite sulla base di una valutazione qualitativa di responsabilità (che va oltre il soggetto). Sicuramente, la presenza di numerosi errori non rende possibile l’accesso alla ricchezza del lavoro di ricerca scientifica a causa della riduzione legata all’esclusivo uso di criteri quantitativi. Ma con la disponibilità di tempo necessaria per un tranquillo giudizio, l’andamento rischia di utilizzare necessariamente database effettivi che andrebbero ciononostante usati con attenzione. Nel report INRIA vengono forniti alcuni esempi (41) che illustrano quest’idea. In più, secondo Diouf (49) e Giget (50), esistono circa 164,000 riviste scientifiche in tutto il mondo più 15,000 articoli scientifici scritti e 2,500 patenti applicate ogni giorno da circa 10 milioni di ricercatori... Si suppone che il costo delle riviste vada moltiplicato per 8 in 40 anni con particolari situazioni come quella del “Journal of the American Chemical Society” che ha raggiunto dai 50 $ US nel 1970 ai 2053 $ US nel 1998! (51). Ci si può anche interrogare sul ruolo dei giornali di “riferimento” scientifico che sfruttano una “carenza mantenuta” nella performance individuale dei ricercatori e nella notorietà delle riviste scientifiche...
 
Si dovrebbe dunque considerare che ci sia una volontà economica in metà delle riviste scientifiche nello scegliere i migliori articoli che presentano I risultati scritti dai migliori specialisti che potrebbero rafforzare il “dogma”, ed aumentare il potere di pubblicazione e l’indebolita apertura scientifica? Wellcome (25) ritiene che gli editori commerciali cercano naturalmente di pubblicare gli articoli migliori per un pubblico più vasto possibile per trarne profitto e sono lontani dall’aver alcuna motivazione altruistica… Inoltre, De Pracontal (52) sottolinea anche che "anche se questa non fosse l’unica ragione, è indiscutibile che l'evoluzione delle principali riviste scientifiche significa che esse cercano sempre più un impatto mediatico che gli permetta di" agganciare "un pubblico più ampio rispetto ai soli specialisti". Il sensazionalismo "vende" in termini di pubblicità, immagine di marchio e ovviamente citazioni e porta quindi ad un miglioramento dell’impact factor quantitativo di una rivista! Ma nell’attuale ambiente ad alta pressione, “Come si può evitare il potere della dimensione di performance?” (53) (cf. anche 54). Secondo Salem (34) questa domanda retorica serve anche ad evitare dilemmi morali ed a dar prova di forme di rassegnazione. Girard (55) ipotizza che sia basato su fondazioni culturali iniziali (anche se non sono più pienamente adatte ai ricercatori): “La maggior parte degli intellettuali naturalmente afferma che non è in competizione con gli altri; al massimo, desiderano solo eccellere nei rispettivi settori. Lo spirito di competizione appartiene solo agli altri […]. Mentre il mondo intellettuale è privo di gerarchia e quindi privo di criteri oggettivi, tutti i ricercatori sono inevitabilmente sottoposti al giudizio indiretto dei loro colleghi”.
 
In ogni caso, per Roux-Dufort (56), la richiesta di prestazioni e credibilità, qualunque esse siano, “porta ad una massima semplificazione delle vie di funzionamento, concentrando l’attenzione su riproduzioni a breve termine di metodi provati. Ciò compromette il discernimento individuale ed anestetizza ogni attenzione non direttamente collegata con i criteri di performance”. Lo studio dei principi di ricerca socialmente responsabile (57) ha creato degli aspetti di reattività coesistenti da un lato con l’immediata performance scientifica, e dall’altro con impegni a medio termine o quando possibile a lungo termine. E tradizionalmente c'è una cieca conformità   / opportunismo da parte di quelli in corso di valutazione. Ma in queste condizioni non si rafforzerebbe il ruolo di standardizzazione delle pubblicazioni scientifiche valutate dai colleghi (58)? Secondo Gringras (59), “l’esistenza e la persistenza di indicatori e di premi sembrano rispettare una regola sociale che dice “qualunque numero batte nessun numero””. Le riviste scientifiche rappresentano discipline all’interno di un “paradigma” (60) dunque in una certa forma tradizionale. Questi ultimi criteri definiscono la natura o le condizioni del poteredei concetti veicolati dalle discipline scientifiche. Questa situazione elitaria rafforza  "il disprezzo dei  "mandarini " scientifici verso il pubblico e la divulgazione generale" (61) e anche l'innovazione derivata dal lavoro di ricerca interdisciplinare non può legittimamente confrontarsi con la tradizione sia di competenza che comporta sia un rifiuto duvuto all’incomprensione sia in modo più positivo all'emergere di controversie. Il consiglio bibliotecario dell’University Libre of Louvain (Belgium) (2003) scrive: “Il ruolo di "arbitri" per gli articoli scientifici è quindi decisamente di organizzare e promuovere il dibattito al fine di stabilire il potere dei nuovi concetti scientifici. Il “bravo ricercatore è quindi colui che vince queste dispute e conquista lo scetticismo dei ricercatori più competenti”. E’ vero sul serio?
 
Siamo entrati in un periodo di valutazione associata ad un "bisogno qualitativo", ma il sistema di valutazione sviluppa la valutazione dei risultati scientifici con l'ausilio di dati numerici bilanciati (42, 62). A volte questi criteri non sono inequivocabili e ciò significa che la valutazione non può essere più di un tentativo a volte discutibile di valutare la soggettività (59). Per esempio, il Thomas-More Institute (63) ha pubblicato un documento molto interessante sulla classificazione delle Università in base a delicati criteri che hanno dato  risultati particolarmente eterogenei.. Per esempio nel 2008, l’università di Cambridge si è classificata quarta secondo Shanghai, trentacinquesima secondo il “Professional Ranking of World Universities”, terza secondo il “Times Higher Education Journal”, decima secondo il “Total MBA Ranking “, etc. Similmente il “Polytechnique School” in Francia si è classificato rispettivamente trecentesimo, quindicesimo, trentaquattresimo e da nessuna parte nella stessa graduatoria ? Come hanno specificato Lepori, Barré e Filliatreau (64), la performance dipende dalla “giusta” combinazione di indicatori… Anche nel mondo odierno sulla base di immediatezza, sembraimportante definire ben fondati criteri quantitativi di Classificazione che siano il più possibile rappresentativi della realtà, ma ancora una volta di che tipo di realtà? (65, 66, 67, 68). possibile confrontare queste osservazioni con il fatto che una competenza qualitativa delle esigenze abbia perso il suo significato e al tempo stesso i requisiti abbiano perso la loro posizione in natura ma è davvero possibile un’altra maniera? Berthoz (69) ricorda che “decidere significa scegliere le informazioni appropriate in confronto con lo scopo dell’azione”. Si tratta di un principio di parsimonia. Si tratta quindi di ridurre le informazioni all'essenziale con la conoscenza del passato senza prendere in considerazione qualsiasi evoluzione nel corso del tempo. Sono stati inoltre sviluppati numerosi modelli (70, 71) per valutare quantitativamente le attività di innovazione o interdisciplinari; la raffinatezza raggiunta consente, in linea di principio, di prendere in considerazione l'innovazione interna con l'effetto di interdipendenze locali esterne o meno, anche se alcuni autori dubitano della pertinenza delle attuali modalità di valutazione degli impatti culturali e sociali della ricerca scientifica (65, 72, 73). Ma per quanto ci riguarda questo non significa ancora relazioni complesse che portino alla nascita di idee originali e fruttuose. “In ogni campo, l'esperienza della valutazione soggettiva ha bisogno di occupare d'ora in poi la parte principale del palcoscenico” (74). Godin (2005) introduce l’origine di queste metodiche di definizione di criteri quantitative affermando che l’editore scientifico J. Mc Keen-Douglas ha compilato la prima statistica e che il sistema è stato riutilizzato dai governi prima della Seconda Guerra Mondiale. In primo luogo, sono stati presi in considerazione due criteri: Il culto degli scienziati di fama mondiale e gli aspetti economici. Un altro motivo meno facile da ammettere secondo Cattell (75) era trovare modi di attrarre I principali scienziati dagli USA e quindi per gli altri definire una classificazione elitaria delle università. Oggi, l’OECD supervisiona le norme metodologiche che incorniciano le indagini di ricerca del governo. In breve, tutti i sondaggi  “assoluti” di carattere commerciale che produciamo e naturalmente il consumo (76).
 
Ciò significa che il “miglior” ricercatore potrebbe essere colui che pubblica di più nelle migliori riviste scientifiche con gli “impact factor” più alti ed indubbiamente ciò è in parte comprensibile. E' un po' più facile essere tra i migliori quando, tautologicamenteparlando, i ricercatori sono anche revisori per le maggiori riviste scientifiche, membri del comitato di redazione o meglio ancora capo redattore delle riviste. Tuttavia, la promozione di nuove idee, in particolare quelli di origineinterdisciplinare in un contesto adeguato non è ancora sempre facile. I ricercatori  devono spesso pubblicare su riviste meno prestigioseche coprono vasti settori scientifici... Bachimont (77) ci dice che “la ricerca teorica non può essere interdisciplinare […]. Così, gli oggetti di studio di una disciplina teorica sono costruiti da un punto di vista ideale e astratto  […]. In risultato a ciò, una disciplina è costituita solo [dall’indebolimento] delle altre”. Questo è forse il modo in cui per diversi secoli i metodi di disciplinari delle scienze "esatte" hanno acquisito una legittimità reale, ma non è lo stesso per il lavoro interdisciplinare e per le scienze umane e sociali. Alcuni discutono ancora sul carattere scientifico di queste attività (58).
 
E, in molti casi, le scienze di innovazione, ovvero quelle il cui sviluppo si fonda su basi interdisciplinari, derivano dal campo sociale sia solo per il loro impatto sulla società e sull'ambiente. Siamo tutti, quindi, condannati a essere difficili da valutare "bene In effetti, non è possibile che le tradizionali modalità  di valutazioneabbiano imposto le proprie norme sulla interdisciplinarietà che porta, ovviamente, agli errori? Se come afferma Guillebaud (78), “la scienza non rispetta le antiche regole   di essere libero e  inventiva e di validazione accademica”, allora perché cercare di definire un quadro universale per la valutazione che è in realtà piuttosto male adeguata al contesto di mentalità aperta interdisciplinare?
 
Secondo Solé (79), la ricerca di modelli efficienti e talvolta euristici può portare a proposte provvisorie con difetti di universalità. Questo potrebbe portare a peggiorare la valutazione di progetti interdisciplinari rispetto ad approcci puramente mono-disciplinari con procedure più consistenti. Questo punto di vista può essere riscontrato nel lavoro di Lubart (80) che collega l'innovazione e la creatività con quest'ultimo definito dalla novità e dall’adattamento al contesto in cui appare (cf. anche 81). Per questi autori, i giudizi dipendono fortemente dalla preparazione dei revisori che analizzano il prodotto in un altro modo rispetto alla sua tipologia, alla sua adattabilità ed alla sua ampiezza, etc. Tuttavia, allo stesso tempo, la complessità dei sistemi esplorati daazioni interdisciplinari può servire come argomento per giustificareuna certa ignoranza delle conoscenze di base... In questi termini, la disquisizione continua... Solé (79) scrive: “ La complessità dei problemi di ricerca porta alla formazione di team multidisciplinari. Ma, all’inverso, ora è richiesta la complessità  dai ricercatori al fine di isolarsi in comunità ristrette e creare molte sotto-discipline per acquisire legittimità. L’attuale crisi nel sistema di ricerca francese sembra essere correlate a questo contesto”. Il che ovviamente complica ulteriormente la situazione...?
 
Hubert e Bonnemarie (82) discutono la difficoltà di valutare la ricerca interdisciplinare in profondità e considerano che molti revisori confondono tali ricerche con la ricerca monodisciplinare “ordinaria” che è arricchita dallo stimolo aggiuntivo proveniente da altri settori. “Valutare sia il rigore che la rilevanza di tale ricerca significa analizzare e giudicare i prodotti della ricerca confrontandoli negli ambiti delle discipline e provando contenuti e frontiere ed anche dal punto di vista delle categorie e tramite norme stabilite dai partner coinvolti. Inoltre significa usare la logica costruttiva e dell’elaborazione dei dati”.
 
Per sviluppare ulteriormente questo punto, se esaminiamo la possibilità che emerge una nuova idea o un articolo originale, non potremmo considerare la possibilità che esistano lacune trai revisori scelti per le loro competenze disciplinari (quindi normalmente credibili e legittimate per tutta la comunità) e l’oggetto di ricerca. Dunque è possibile che appaiano polemiche, incomprensioni, disaccordi e alcune forme di corporativismo che, come dimostra l'esperienza, possono tradursi in un basso livello di supporto. Questo è stato il caso della stereo-foto-litografia create molto tempo fa da J.C. André e dalla sua equipe (83) e premiata alla National Prize of Creativity dalla maggior parte della commissione che qualche anno prima aveva rifiutato di assumersi il rischio perchè è molto più facile sostenere i vincitori. Il riconoscimento è troppo debole per lasciare alle spalle la continuità e approfondire la ricerca (ad eccezione di alcuni ricercatori"indisciplinati" storici, che, forse, non sarebbero più in grado di trovare una posizione stabile?), perché le istituzioni, garanti di una qualità media, al livello più alto possibile, tuttavia, restano ai margini o sembrano disorientate di fronte a nuovi sviluppi della ricerca. Le tesi di “New Public Management” richiedono risultati tangibili e prevedibili sulla base del “just-in-time management” dalla Science che è in genere un’attività ad imprevedibile “lungo termine”. Queste tesi adottano l'ipotesi secondo la quale la scienza segue una normale regola, vale a dire che le variabili studiate possono essere rappresentate dai parametri di media e dispersione che significa quindi che le variabili misurate possono essere oggetto di un appropriato trattamento matematico…
 
Non potremmo anche prendere in considerazione, come Bruner (84), il fatto che le scienze della statistica siano state "inventate" solo per nascondere la nostra debolezza nel predire il futuro? Gli aspetti mutevoli divergenti e "rivoluzionari"di conseguenza non sono previsti più di quanto lo siano gli aspetti di autogoverno e delle scelte a lungo termine. “Contingenza è la parola chiave per la scienza attuale per quanto riguarda la sua comprensione delle dinamiche temporali superando quindi l'antinomia precedente di pericolo e necessità […].Uno sguardo indietro nel corso degli ultimi decenni con il senno di poi mostra questa imprevedibilità” (85). Il sistema scientifico funziona più o meno a balzi in avanti ed è proprio in queste divergenze che il potere interdisciplinare appare come una forma di caos deterministico ed un fattore di creatività…
E' vero che l'analisi dei lavori scientifici sviluppati con il minimo rischio, che collega diversi revisori provenienti da diverse origini disciplinari non conduce direttamente al sostegno dell'interdisciplinarietà, perché a quanto pare tali revisori non sono in grado di giudicare la correttezza e l'efficacia di ciò che viene proposto. Come disse Niels Bohr, quando si fa una previsione, il fattore più facile da gestire è il passato! Indubbiamente in questo tipo di relazione tipo Davide e Golia, in genere l'ortodossia è la più forte prospettiva che ovviamente limita la libertà di azione del ricercatore. Questa conclusione ci ricorda una riflessione di Godard et al (86), pubblicata in un altro contesto, ossia che "anche qualora miri ad essere una precauzione, la cautela non elimina tutti i rischi, perché molte persone meritano di essere conosciute, per altre è inevitabile, o perché alcuni sono sconosciuti nel momento in cui è presa la decisione". Si presuppone un cambiamento profondo probabilmente nella modalità di valutazione in generale, in particolare nello spazio dell’attuale concorrenza tra gruppi di ricerca in tutto il mondo…
In fondo quello che numerosi ricercatori sembrano percepire è un’immagine di libertà, ma in uno spazio dove soprattutto è applicato il primo principio della termodinamica per ottenere il massimo del sostegno finanziario e personale, al fine di raggiungere una certa efficacia in base alla capacità di agire per raggiungere un determinato obiettivo. Evocare i" demoni di Maxwell" muovere a caso le molecole in movimento in una specifica direzione per ridurre tutti i rischi possibili (o l’ entropia) è trattare con disprezzo il secondo principio della termodinamica e di ignorare le opinioni di Michel Serres (88) per quanto riguarda le miniere, dove l'inutile crosta superficiale deve essere eliminata a costi elevati per accedere al minerale desiderato: “Come possiamo sbarazzarci di questa crosta superficiale che ci impedisce di arrivare a ciò che è reale al punto che dobbiamo anche dubitare che esista e che possiamo dare motivazioni convincenti per dimostrare che non esiste?” Questi principi sono in qualche misura alla base della sua affermazione che "La pulizia viene acquisita e mantenuta da ciò che è sporco"!
 
II – Per approfondire un pò
In questo modo la transizione tra  le scienze"assicurate" e le innovazioni interdisciplinari non ci permette di rispettare in modo univoco le fondazioni quantitative se non forse da parte di quelli che possiedono un minimo di analisi adatta come ad esempio il numero di brevetti in un dato campo e per un dato paese (68). Nella research team scale, Lesourne, Bravo e Randet (88) hanno tentato di definire l'eccellenza su altre basi come ad esempio la capacità di cambiare il know-how socio-economico in profondità o di trasformare le conoscenze scientifiche "accademiche" in applicazioni(cf. anche 67). E 'quindi possibile dare giudizi e non solo fare riferimento ai bilanci contabili. In effetti, se applichiamo le idee di Albarello (89) ad alcuni aspetti interdisciplinari, possiamo concludere che:
 
  • i loro argomenti non sono strettamente argomenti, ma piuttosto artefatti che sono vicino alla società in generale e in grado di influenzare la vita in quella società;
  • l’azione deriva da una necessità soggettiva poichè è collegata alla sua relazione con la società;
  • il ricercatore è lui stesso un soggetto, e in questo senso parte della realtà che studia (cf. Socially Responsible Research, 57).
 
Se questa percezione può sembrare nuova per alcuni, ciò è dovuto al fatto che stiamo attraversando un periodo di transizione dal periodo 1945-1975 (o come i francesi chiamano questo periodo, i "trenta gloriosi anni ") alla società "postmoderna" odierna, dove tutto si esprime tramite la complessità, anche se molte azioni derivano (ancora)dalla causalità… In ogni caso, per lo meno, l'attuale incertezza porta ad una visibile molteplicità di punti di vista, tra i quali alcuni sono abbondantemente percepibili attraverso i media. Questi punti sono collegati ad origini diverse, ma richiedono:
 
  • Di avvicinarsi agli esecutori, o addirittura di collaborare con loro sulla risoluzione di problemi scientifici concreti;
  • Di acquisire metodi più semplici e rigorosi possibili in modo da essere applicati dagli interessati (il problema del "vero"trasfert, sia che si tratti di innovazioni tecniche, organizzative, sociali o pedagogiche).
 
Come è avvenuto con lo sviluppo sostenibile e con la Corporate Social Responsibility of Firms (CSR), questi risultati ci portano a considerare le variabili e le misure integrative tenendo conto delle correlazioni esistenti tra i tre "pilastri", vale a dire la produzione scientifica (economica nel CSR), l'aspetto sociale e l'ambiente (90). Questo autore offre indicatori di contributo (contributo di una delle variabili alle altre due, anche se non tutti sono conosciuti, né credibili) e materiali sintetici (contributo reciproco di ogni pilastro) (cf. anche 91). Il sistema ha ancora difetti e le aziende chiedono ancora i dashboard quantitativi che sono facili da seguire a tal punto che l'obiettivo di qualità a volte si fonde con l'azione … Stéphany ha elencato alcuni degli elementi più importanti nel considerare le difficoltà incontrate:
 
  • Gli elementi implicati potrebbero avere interessi diversi (ricercatori, imprese, società, Paesi, etc);
  • Potrebbe essere necessario cominciare il lavoro senza che tutto sia stato definito con chiarezza (92);
  • La soddisfazione immediata delle prestazioni in questione è considerata un fattore essenziale per quanto riguarda quest’ultime (mancanza di prospettive a lungo termine);
  • E’ necessario avere una comune divulgazione della conoscenza di ciò che è efficiente(un sistema malato che porta ad aspetti diversi) per risolvere un problema  (93);
  • La costruzione mista di scenari a seconda dei membri del gruppo di operatori scientifici, la difficoltà di prendere in considerazione i potenziali utenti o le persone esposte agli effetti nocivi dei risultati della ricerca (93);
  • La complessità dei sistemi socio-tecnologici legati a temporalità differenti apre la strada all’interpretazione;
  • Non si possono determinare tutti I criteri da misurate, in particolare dal punto di vista quantitativo;
  • I bilanci da applicare alle diverse voci non sono facilmente determinabili;
 
Il rapporto EREFIN proviene da un gruppo di lavoro sul futuro delle scienze tecniche sotto la presidenza di Robert Chabbal (67). Questo applica un pensiero strutturato su questo argomento permettendo di andare oltre l’attuale sistema di valutazione prevedendo l'esplorazione dei seguenti temi:
 
  • Le attività di un’unità di ricerca all'interno del mondo accademico: pubblicazioni, cooperazione, networking, sviluppo di nuovi strumenti; …
  • Le attività con il mondo socio-economico: società, conoscenze operative, metodi, innovazioni, know-how, competenza, consulenze; …
  • Attività finalizzata al settore pubblico: conoscenza delle decisioni pubbliche, esperienza e consulenza; …
  • Educazione ed addestramento attraverso la ricerca;
  • Relazioni con una società più ampia: analisi dei bisogni sociali, monitoraggio tecnologico, diffusione della cultura, interazione tra scienza e società; …
  • attività interne all'unità di ricerca: costruzione di un obiettivo scientifico comune per il gruppo, amministrazione del laboratorio; …
  • Etc.
 
Questa proposta amplia le modalità di azione in corso di valutazione (AERES in Francia) che sono interessate a:
 
  • Produzione: qualità, quantità, impatto;
  • Attrattive: Nazionali, internazionali;
  • Strategia: management, emergere di nuove squadre;
  • Progetto: qualità, opportunità.
 
Per "nondimeno" "continuare con questo argomento difficile e tentare di raggiungere la coerenza con la comprensione da parte degli autori dell’interdisciplinarietà, appare importante ricordare che i ricercatori devono occuparsi anche di quanto segue:
 
Creatività: Il cervello inventa continuamente ipotesi, propone delle possibili soluzioni in modo effimero, ma non sempre solide risoluzioni ognuna dei quali corrisponda ad azioni utili, ma rischiose. Tuttavia, la conoscenza del reale e del possibile, le modalità di valutazione e le difficoltà ad acquisire il sostegno finanziario possono costituire un ostacolo per i ricercatori che tentano di lasciarsi alle spalle i "sentieri battuti" della ricerca esistenti. Luis de Miranda (94) considera che “lo spazio è troppo saturo di informazioni perchè l’immaginazione possa lavorare con successo […]. Il metodo di campionamento più preciso [...] è, a meno che la nostra "anima" non partecipi a riempire ellissi, interferire in modo creativo, eroticamente, con gli errori”.
Previsione: I campi potenziali devono risultare da una richiesta della società al fine di eliminare disfunzioni e / o anticipare tale richiesta in quanto prevista e immaginata. Gruppi ad hoc, circoli di ricerca, industriali, politici, reti associative, ecc devono indurre a pensare a questo e il loro lavoro deve essere convalidato da "società" o dai suoi rappresentanti e deve corrispondere a ciò che deve essere fatto per soddisfare le richieste di domani. L’anticipazione e la relativa immaginazione devono quindi essere dominanti per questa attività.

Strategia: Le unità di ricerca (probabilmente) non possiedono tutti i mezzi necessari per rispondere a questa domanda. Questo vincolo efficace può essere comunque trasformato in un vantaggio selezionando i settori favoriti in cui scelgono di lavorare. È un elemento importante per la creazione di una responsabile immagine di marca. Si tratta, in effetti, di uno strumento per dare un senso alle azioni.

Tattiche: Il pensiero strategico deve naturalmente coprire i mezzi per soddisfare i requisiti (competenze, massa critica, membri dello staff, temporalità, finanziamento, apertura agli altri, etc). In questo senso, vi è l'obbligo di ottenere risultati come definito da comitati ad hoc. Questo elemento ha vantaggi a medio termine, se i ricercatori adottano le scelte giuste. Tuttavia, si allontana da qualsiasi contesto di "falsa democrazia", dove nessuno è criticato molto, ma non succede nulla se non incidentalmente. Per gli autori, lo scienziato deve lavorare a favore del progresso per la società che finanzia le sue ricerche e deve correre il rischio di agire (!).Probabilmente è necessario lasciare alle spalle questa eredità intellettuale che impedisce, o quanto meno, rallenta il cogliere della complessità delle scelte mediante la creazione di un filtro di accettabilità e di immobilità (95).

Interdisciplinarietà: Per lavorare su / per gli articoli scientifici significa interagire con le diverse attività lavorative e le discipline scientifiche. Una delle difficoltà di associazione con fine di raggiungere un obiettivo dipende in parte da "il modo in cui attenzione, riconoscimento e autorità sono [principalmente] canalizzati da parte delle istituzioni disciplinari” (14). Al tempo stesso, la maggioranza presenterà l'interdisciplinarità sia un elemento positivo (96). L’estrema specializzazione da parte dei ricercatori sarebbe dunque una cosa negativa?
Queste considerazioni integrate al lavoro di ricerca definite come progetti interdisciplinari non sono facili da quantificare, il numero di parametri percepiti è elevato con numerose interrelazioni. Questa considerazione ci porta quindi a riesaminare le modalità di azione nel campo della ricerca, nel tentativo di rispettare l’idea di Barone (97) e cioè che “il lavoratore intellettuale [il ricercatore] non ha alcuna possibilità di essere costantemente competitivo se non sa come ha contribuisce al valore prodotto”. E 'sicuramente questione di lavorare sui rispettivi modi di apprendimento e sulle produzioni specifiche dei partner per un progetto, rispettando determinati criteri di efficacia e mantenendo il rispetto per gli altri partner. Il lavoro dei ricercatori deve essere analizzato tenendo conto delle tensioni che esistono tra le loro norme disciplinari di azione (rigore scientifico ad esempio) e la rilevanza sociale dei loro risultati. Secondo Schön (98) nel campo della scienza questo equivale ad un dibattito sui valori umani.
 
III- Come costruire un oggetto di ricerca?
Sembra lecito pensare che l'emergere di un progetto di ricerca non è così facile quando siamo direttamente coinvolti. Ciò conduce a voler continuare un lavoro scientifico che ha già avuto successo, o al piacere di approfondire la propria conoscenza, e forse infine, di evitare di pensare e di porsi delle domande. A questo proposito, Alain ha scritto che "pensare è rinunciare ciò che si crede". Vogliamo farlo per sempre? Come è certamente noto, come dovrebbe essere strutturato e possibilmente portato avanti nel tempo (un bell’alibi potenziale) l'emergere di soggetti  in stretta collaborazione con l'azione della società? In linea di principio, e questo è il punto cruciale di questo lavoro, la ricerca deve produrre conoscenza e sviluppare la comprensione della società, così come essa esiste nella vita quotidiana e come si vivrà nel futuro. A questo riguardo, vi sono infatti due proposte potenzialmente opposte:
 
- La prima consiste nell’ anticipare  una richiesta sociale, corrispondente all'ottimizzazione  delle conoscenze scientifiche che permettono il progresso  e livelli più elevati di benessere associati a possibili effetti negativi (57). Questa anticipazione deve essere tradotta, non solo nel mondo del lavoro di ricerca, ma anche in una strategia di comunicazione adeguata (il problema del trasferimento dalla conoscenza scientifica alla società). In questo tipo di operazioni top-down, le varie discipline devono agire insieme. Come in ogni vicenda umana, è sempre difficile giocare all’interdisciplinarietà, ma di fatto i "clienti" lo richiedono. Il piano è non accontentarsi di risposte anomale o parziali e ancora meno di risposte parziali perché qui si tratta di gravi problemi in cui è implicato l'uomo. Le attività di ricerca deve inoltre essere credibili per coloro che ne fanno richiesta nel campo della socio-economia. Tuttavia, come è stato rilevato, le attività dei ricercatori con conoscenze specifiche sono sempre in una posizione di incertezza in relazione all'elemento della complessa richiesta  che hanno tradotto o capito… In queste condizioni, per limitare questo fattore incertezza, una diagnosi, utilizzando la ricerca di un'azione interdisciplinare, deve essere solo parzialmente deduttiva. Esso utilizza le conoscenze raccolte nello sviluppo dei suoi progetti (la conoscenza pratica o l’esperienza sfruttando approcci induttivi), le conoscenze relazionali, di know-how nelle strategie di comunicazione… L’apertura mentale è indispensabile per questa modalità di relazionarsi con la società.
 
Tuttavia come si può rispondere "bene" ad una richiesta sociale, se la sua previsione era mal pre-definita? Oltre ai problemi permanenti, è difficile definire un obiettivo, un modo rapido e credibile di definizione dei campi da studiare. Inoltre, durante l'esecuzione effettiva dei lavori,  i ricercatori dovrebbero mirare a soddisfare la richiesta risultante ai loro desideri o agire per coprire tutti i requisiti o addirittura provocare esigenze quando queste non possono essere inizialmente viste  dal potenziale beneficiario? E 'quindi facile comprendere come tali modalità di azione che mirano ad essere orientate verso le innovazioni tecnologiche autorizzate dalla scienza possano agire in un clima di incertezza. In ogni caso, è necessario definire obiettivi di azione nonché "vie" intese come l’utilizzo le strategie di corretta comunicazione e la costruzione di giuste relazioni con gli utenti, per raggiungere questi obiettivi…

- La seconda evita l'incertezza in misura maggiore insieme alla "gestione del rischio connesso alle azioni" e prende in considerazione strutture disciplinari  relativamente stabili presenti nel mondo accademico, che agiscono nella ricerca con una logica di tipo bottom-up. L'ipotesi è che vi sia almeno un cliente per ogni lavoro pubblicato. Un altro visibile "vantaggio" di tale criterio, la natura complessa del lavoro di ricerca, può quindi, per alcuni, evitare questo ostacolo semplificando le complesse situazioni suddette o riducendole all'analisi di uno dei loro componenti di base. Altri ricercatori avrebbero bisogno di adottare questi risultati per lavorare sulla loro possibile futura integrazione ... Questa possibilità potrebbe portare a un metodo pedagogico basato sull'"arte" della dimostrazione logica, stabilita passo dopo passo, da elementi semplificati. L'arte del discorso normalizzato e cartesiano è, più o meno,l'esempio perfetto di  una formazione universitaria mono-disciplinare: una scienza di ragionamento equo, convalidato e di provato. In questo contesto, le modalità di comunicazione sono orientate verso una comunità scientifica legata ad un giudizio tradizionale, da parte dei colleghi, ma che soddisfino la missione umanistica della scienza?
 
Questa seconda modalità di azione evita maggiormente una forma di valutazione sociale , ma in certe situazioni, può essere un elemento di immagine del marchio di una organizzazione che deve"produrre"  messaggi scientifici validati a livello internazionale(lo richiede la competizione). Tuttavia, essi sono poi certi della fiducia degli operatorisocio-economici per questo genere di lavoro scientifico? Questa proposta permette ai progetti di essere gestiti in linea di principio con maggiore serenità , grazie ad una strategia incentrata sull’elitarismo disciplinare, separato in larga misura dalla necessità di trovare legami con un'attività regolata dalla definizione di scopi - progetto - e dalla mobilitazione e dalla gestione di personale e finanziamenti per conseguire il miglioramento dell'efficienza. E 'anche importante sottolineare che  l'eccellenza scientifica può disciplinare anche portare all'innovazione (cfr. l'innovazione attraverso la serendipità (99)); in questa maniera “Top-down” e “Bottom-up” non sono in opposizione tra loro e possono lavorare per il raggiungimento dello stesso scopo. Il dilemma è allora se fare l'attore per lo sviluppo economico in un contesto sociale utile, utilizzando mezzi che saranno sempre limitati e all'interno della propria missione scientifica, o essere la "rispettabile vetrina" con altre forme di utilità per un istituto di ricerca che copre tutti i campi della scienza! La realtà, come sempre, è ovviamente menomanichea. Le “sfumature di grigio” sono numerose come per esempio le tendenze centrifughe che derivano dalle complesse correlazioni tra scienza, tecnologia, progresso, rischi, società e politica. Queste sfumature di grigio sono state tradotte da Ketele e Roegiers(100) in sette tipi di ricerca:
 
  • Scientifiche, sulla base di una metodologia induttivo-ipotetico-deduttivo ;
  • Strumenti tecnologici e soluzioni per gli operatori socio-economici che le richiedono o per aiutarli nel prendere decisioni;
  • Valutative con una prospettiva progettuale ed a lungo termine;
  • Che prendono in esame una situazione dal punto di vista dei partecipanti;
  • Una fase euristica ed esplorativa volta a generare ipotesi;
  • Descrittive, quando la descrizione e la classificazionecostituiscono una condizione preliminare;
  • Speculative, incentrate su funzioni a lungo termine.
 
Questi diversi tipi convergono in varia misura nel lavoro di ricerca interdisciplinare e sembra utile definire le regole comuni che è necessario rispettare, sapendo che in tutte le situazioni di ricerca, devono sempre essere presi in considerazione la realtà sociale, i fenomeni sociali, e “fatti sociali” secondo Durkheim (101). Sarebbe tuttavia sbagliato pensare che un '"avventura scientifica" trasformata in un fatto sarà sempre ben valutata dagli ambienti socio-economici. Foray (102) ha discusso le abitudini perpetuate negli altri contesti ed ha scritto: “La tecnologia più vecchia impone le proprie norme di valutazione economica sulle nuove tecnologie [...] imponendo una sorta di polarizzazione al momento dell'esercizio legato al valore economico aggiunto. La funzione di queste norme di valutazione è quella di definire la natura delle prestazioni su cui si confrontano tecnologie concorrenti”. Questa situazione di non-neutralità osservata nella valutazione scientifica può limitare l'azione specialmente quando appare una nuova tecnologia che non sempre possiede l'ottimizzazione di tutti i suoi elementi essenziali (in particolare gli elementi più fragili derivati ​​dalla ricerca scientifica).
 
IV – Dal campo degli studi alle ipotesi
La domanda qui è come trasformare un "processo sociale di discussione » percepito o atteso , come proposto dalle parti sociali in un oggetto di ricerca scientifica. Può essere proposto un processo a sei fasi, che procede da considerazioni generali a considerazioni più individuali. Nell’esperienza, ciò non corrisponde sempre ad un progresso di pensiero “ordinario”:
 
  • Identificazione dei settori di ricerca;
  • La scelta di una priorità disciplinare che consenta un’economia di mezzi, ma che consenta ai ricercatori di raggiungere gli obiettivi desiderati;
  • La selezione di obiettivi sociali entro questi campi;
  • La precisione del quadro teorico adeguato a tale obiettivo ; astrazione e concettualizzazione;
  • La definizione e la ricapitolarizzazione di un certo numero di ipotesi;
  • La valutazione della corretta scala temporale del progetto, i mezzi personali e il sostegno finanziario.
 
Questa descrizione non include nè modelizing nè comunque normative future. Questi elementi devono essere inclusi anche se sono necessari dei ritorni nel corso del tempo. In ogni caso, la confusione e la non-soddisfazione di queste condizioni è dannosa e può portare al fallimento di un progetto, in particolare nella ricerca dell’azione interdisciplinare.
 
IV- 1 – Campo di studio
La struttura fragile ed effimera dei progetti interdisciplinari si basa sul numero ridotto dei ricercatori che potrebbero essere coinvolti. In effetti, data la distribuzione delle competenze scientifiche ed un importante potenziale di domanda, è difficile dire con esattezza che un campo è più prioritario di un altro fintanto che ha una qualche utilità sociale (è il vecchio dibattito tra  interesse maggiore da parte di alcune persone contro un interesse medio da parte di gran parte della popolazione).
 
IV - 2 – Approcci disciplinari
Un’evoluzione scientifica di origine tecnologica che interessa la società, qualunque essa sia, può essere studiata da diversi punti di vista disciplinari. Tutti i ricercatori devono intervenire nella propria area di competenzadisciplinare. Tuttavia, l'associazione di punti di vista, approcci integrativi e / o insinergia deve contribuire al coinvolgimento degli elementi nel tempo necessario per  il progresso  degli obiettivi (gestione in modalità progetto). Data la richiesta o l'espressione di tale richiesta, il ricercatore nonpuò agire da solo, dentro la sua mono-disciplina. Questa cornice molto generale si allontana dalle "tradizionali" scienze  universitarie nel senso che l'attività scientifica è, in pratica,sempre più interdisciplinare, implicando necessariamente "l’uomo"  e il suo ambiente. Per entrare in questo campo d'azione, il ricercatore disciplinare deve possedere un "minimo" di cultura generale che può essere condivisa con i suoi colleghi. In effetti, come è stato osservato, la ricerca è nel complessogenerale, poiché si basa su tecniche, aspetti organizzativi, percezione e così via. Questa correlazione tra scienza, società e sistema di produzione,materiale o meno, costituisce l'ambito privilegiato delle azioni delle Scienze Ingegneristiche (103).
 
IV - 3 – Scelta di un obiettivo di ricerca
Deve essere determinato un obiettivo preciso nel campo di azione. "Avendo già studiato un campo o altri campi più o meno paragonabili [...], [il ricercatore], naturalmente si concentrerà su certi problemi o certe situazioni può in qualche maniera assumere dall'esperienza per costruire da  zone critiche o conflitti l'analisi che gli consentirà  di procedere velocemente nella comprensione delle caratteristiche del suo settore" (104). Questa visione, che è comprensibile per il ricercatore universitario impegnato nella ricerca "non intenzionale" può portare il ricercatore a pensare di essere in grado di approfondire all’infinito la conoscenza degli argomenti, ma con un livello di utilità sociale che può diminuire in relazione al tempo investito nel progetto. I ricercatori possono cercare altri soggetti - è ovviamente necessario imparare a correre dei rischi! - o persino partecipare a corsi di formazione che consentano loro di reinserirsi nell’odierna realtà sociale ed economica.
 
Commento: Come specificare gli obiettivi? Con chi?
 
Prima di proporre un nuovo lavoro di ricerca, sembra una buona idea:
 
  • Identificare le dimensioni della proposta, i suoi componenti, le varie modalità per fermarla, per "valutarla " ;
  • Percepire i probabilmente diversi modi di comprensione con i quali altri operatori possono percepire questa discussione (molto tempo prima di scrivere in risposta al un bando di gara); vedono un interesse per le azioni interdisciplinari nella scienza?
  • Formulare ipotesi lavorative “appropriate”;
  • Visualizzare i diversi fattori di influenza all'interno della proposta, che possono essere utilizzati per spiegare eventuali effetti successivi?;
  • Individuare le possibili conseguenze delle varie modalità dell'argomento;
  • Iniziare a prevedere la complessità legata alla proposta;
  • Eseguire una seria analisi bibliografica per evitare ripetizioni e lavoro ridondante;
  • Verificare se sono i migliori della comunità scientifica a lavorare sul progetto. Si dovrebbero coinvolgere persone con altre competenze  al di fuori del gruppo iniziale, prevedere la mobilità e così via?
 
IV – 4 - Contesto teorico
Le attività interdisciplinari hanno tutte un’interrelazione fondamentale e una correlazione tra gli aspetti empirici da un lato e i contributi scientifici dall'altro. Queste relazioni tra fondamenti teorici e  osservazione empirica portano alla produzione di risultati, o concetti ancora più comparativi legati al bivio tra scienza e società (105). Ciò significa che bisogna porre delle domande in merito alla produzione di nuovi mezzi teorici che permetterà agli scienziati di continuare la strutturazione dell'oggetto di ricerca. Questa è la funzione che colma il quadro teorico. Secondo Albarello (89), “Il posizionamento del metodo in un contesto teorico non avviene in modo meccanico o artificiale. Il contesto teorico non è né un onere amministrativo né un attività accademica. La sua funzione è quella di non complicare, ma di rendere più facile la vita  del ricercatore, e dovrebbe permettere ai ricercatori di aprirsi nuove direzioni e così [...] introdurre i concetti originali e quant'altro nel loro lavoro per arricchire tutto il metodo”. La cornice teorica è necessaria in quanto permette ai ricercatori di arricchire il loro studio dei seguenti elementi: il modo di definire i problemi da risolvere, i concetti da utilizzare, gli strumenti di approccio empirico e di buona prassi. Infatti, la scelta di una cornice teorica significa puntare a condurre una ricerca in una particolare direzione, perché pone l'accento sugli aspetti specifici di un dato settore (problema di posizionamento).
 
IV - 5 - Ipotesi
Nel corso della ricerca un’ipotesi non è facilmente reperibile o scoperta inaspettatamente. È necessario realizzarla e sostenerla! Essa tende a formulare una relazione trai fatti e costituisce normalmente il filo della ricerca . In effetti, consente ai ricercatori di proporre concetti e tecniche nonché metodologie da attuare. Essa si presenta sotto forma di una proposta da testare mettendo in contatto variabili esplicative e fatti sociali che i ricercatori cercano di comprendere meglio. Qual è l'uso del lavoro di ricerca strettamente tecnologica e di qualità se viene rifiutato dalla società? L’ipotesi deve essere concepita in termini verificabili utilizzando una tecnologia ad-hoc e quindi spiegata. Si deve evitare la ricerca di correlazioni senza stabilire legami con possibili nessi causali …
 
IV - 6 – Un inventario di mezzi
Questo è ovvio, eppure ... I ricercatori hanno il tempo, i soldi e in particolare le "risorse umane" per effettuare questo passo? Questo inventario è necessario all'inizio del processo perché condiziona la scelta delle tecniche / metodologie da attuare. Ha una grande influenza sulla scelta degli obiettivi specifici e sull’individuazione delle ipotesi. Se i ricercatori hanno tempo, le risposte non devono essere trovate in tempi brevi? Se non dispongono di sufficienti risorse umane, i risultati possono essere ottenuti troppo tardi? Cosa bisognerebbe fare? I ricercatori dovrebbero ridurre gli obiettivi del progetto? Come dovrebbe essere spiegato il progetto? Si può cercare di rispondere in altro modo, attraverso uno studio collettivo di esperti, per esempio? E'anche una buona idea in questo contesto, esaminare come collegare altri partner sia sul piano interno sia al di fuori nell'ambito di un lavoro di collaborazione. Il tempo non può essere semplicemente definito da una distanza tra l'inizio e l’eventuale fine. Un programma dovuto a forniture intermedie è necessario e di grande importanza nelle operazioni multidisciplinari di interesse per gli operatori socio-economici e per la società in generale.
 

Conclusioni   [Indice]

V – Approcci alla ricerca
Lecomte of Nouy (106) scrive: "La forza e il prestigio delle argomentazioni scientifiche si basano su rigore, chiarezza e sulla fiducia negli eventi che servono per lo scienziato come base - fatti osservati scientificamente o, se preferite, fatti rigorosamente provati e, per quanto quanto possibile, ripetibili. Ma il numero di persone che sanno come riferire tutti questi fatti e sono in grado, avendoli criticati, di trarre delle conclusioni legittime mediante un processo di ragionamento logico sulla base di tutti gli esperimenti precedenti personali o meno, è estremamente limitato ". In questa idea, ci sono due elementi complementari legati alla qualità delle pratiche e delle persone. Qualunque sia il progetto, l'azione, la qualità e il know-how sono elementi inevitabili di fiducia. In pratica, nelle pubblicazioni scientifiche o tecnologiche non è quasi mai possibile per i lettori non criticare i risultati su una base fondamentale (a meno di non ripetere lo studio). E 'possibile obiettare ipotesi e conclusioni, o anche evidenziare le critiche su alcune scelte. Come è stato precedentemente detto, è necessario gestire reti eterogenee - sia all'interno che all'esterno del progetto di squadra che attraversano i confini tra scienza, società e talvolta politica (di società, di organizzazioni scientifiche, ecc) e che possono essere potenzialmente controverse (questa situazione, guidata dall’ausilio della socio-economia differisce molto da quella delle scienze considerate da alcuni come più "nobili"… (107)).
 
La qualità del lavoro di ricerca (l'eccellenza?) è certificata mediante una valutazione da parte di esperti, quando i ricercatori pubblicano su riviste scientifiche nazionali o internazionali con comitati scientifici. Questo è un elemento della promozione elitaria che è anche già stato menzionato. È anche un elemento di base dell’attività di ricerca. Non è né corretto né giusto ripetere il lavoro di ricerca disciplinare di base che deve, in linea di principio, essere effettuato - in un modo più efficiente - da altri ricercatori più specializzati. Gli scienziati che lavorano su progetti interdisciplinari devono tradurre le conoscenze di altre discipline di ricerca per usarle in modo concreto nelle azioni applicabili (tranne, ovviamente, quando non ce ne sono). Per fare ciò, i ricercatori hanno bisogno di padroneggiare linguaggi e concetti delle persone con cui stanno collaborando il che implica un lavoro di cooperazione e di pubblicazioni su riviste scientifiche (cfr. unità di ricerca miste, reti, ecc) per evitare il rischio di una riduzione rilevanza. Che equilibrio può essere raggiunto tra ricerche "disciplinari di base" e "orientate"? Dove si trova il bilancio "neutrale" tra la creazione delle conoscenze scientifiche e le attività scientifiche utilizzando la conoscenza degli altri? Dove si deve posizionare il cursore? Quale lasso di tempo deve essere utilizzato? Nella seconda fase della comunicazione, i lavori di ricerca corrispondono a diversi tipi di azione:
 
·L'osservazione e la misurazione dei fenomeni. Strumentazione significa che c'è una vicinanza semplice tra le applicazioni e la ricerca scientifica ottenuti attraverso la definizione di tecniche di misura convalidate;
·la comprensione delle possibili "reazioni" della società : identificazione di vantaggi / svantaggi in relazione alla situazione esistente; valore aggiunto;
·La ricerca tecnologica che mira a fornire prodotti / articoli / metodi che sfruttano "metodologie" tecniche, socio-tecniche o sociali e permettere così il progresso. In questo contesto di azioni multi / interdisciplinari, l'obiettivo è quello di usare la conoscenza (o la mancanza di conoscenza) per trovare strade originali verso il progresso;
·I lavori in genere riguardano l'integrazione di conoscenze disciplinari in "scienze degli oggetti": energia, sviluppo sostenibile, comunicazione, cognizione, le tecniche, benessere, salute, SSL, sicurezza, ecc
 
Per l'innovazione (di origine interdisciplinare), la conoscenza creata dalla ricerca non deve solo essere raccolta in banche dati e aggiungere le conoscenze scientifiche. Né è la sua unica virtù lo sviluppo di un'etica personale, di conoscenza, ma l'innovazione dovrebbe invece promuovere l'etica civile e umana. I legami con il mondo socio-economico devono evitare che i partner vengano espropriati del loro diritto ad un punto di vista a vantaggio dell'esperto scientifico, il possessore "unico" dei diritti decisione secondo la sua competenza! In più, Morin (108) scrive "La specializzazione comprende il progresso, in realtà, perché il progresso è nell'organizzazione del lavoro che permette lo sviluppo delle conoscenze, ma produce anche un calo nella conoscenza quando la non-comunicazione e la conoscenza frammentata portano sempre a una conoscenza mutilata, e una conoscenza mutilata porta sempre a una pratica mutilante ". E 'possibile dimostrare che gli operatori del progresso tecnologico possono essere lì per riposizionare i ricercatori, se occorre, nell'ambito della loro missione scientifica.
 
V - 1 –Un breve ritorno al controllo di qualità
Esistono molte trappole per l'integrazione delle competenze scientifiche e tecnologiche nel mondo della produzione materiale. E 'tuttavia essenziale essere rigorosi sulla qualità di ciò che viene misurato e del trattamento dei dati. Questi fattori condizionano la fiducia tra i partner con differenti background scientifici. Su questa base, non dovremmo aver tracciabilità evitando la perdita di tracce "oggettivate​​", che possono, a posteriori, costituire una vera ricchezza di dati permettendo di rielaborarli (ma non solo)? Il "quadro giuridico" applicato a tutto ciò (cfr. Unione europea sulla raccomandazione di un codice di buone prassi nel campo delle nanoscienze e delle nanotecnologie (109) come un esempio che rivela assunzione di un futuro che rompe con le "vecchie" tradizioni di "irresponsabilità "/ completa indipendenza del ricercatore (sindrome di Galileo)) richiede sempre più l'esistenza di prove inconfutabili.
 
V - 2 – Elaborazione del segnale
È certamente normale leggere le informazioni raccolte bene. Non dovremmo tuttavia considerare che l’informazione che corrisponde alla nostra ipotesi è parte del segnale e che il resto è solo rumore. Il metodo di trattamento deve essere conosciuto, solido e convalidato. Questa situazione ovvia per le mono-discipline diventa più difficile da verificare e validare in approcci interdisciplinari perché c'è un obbligo di fiducia verso le informazioni provenienti da altre discipline.
 
VI – Alla fine del progetto di ricerca
Questa fase dà un vero senso al lavoro scientifico svolto per raggiungere innovazioni. Deve dare un senso alla analisi dei dati, evitando il semplice quadro descrittivo. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario confrontare le ipotesi iniziali con il loro quadro teorico. Ciò implica uno studio critico che torni sui metodi e le tecniche utilizzate (e tutto deve essere rifatto?). Inoltre, e questo è essenziale, come si possono "ritrasferire i risultati alla società? Come dovremmo fornire informazioni sull'evoluzione delle pratiche e dei costumi? Come può la ricerca essere collegata meglio con la realtà e l'utilità sociale? Come possono essere effettuati questi trasferimenti necessari? Questi vari elementi sono talvolta trascurati e in ogni caso, comparativamente non sono presenti in grande misura nella maggior parte delle procedure di valutazione attuali. Per gli autori, la ricerca è un "instant di allontanamento" rispetto a una data realtà sociale, ma è anche parte di quella stessa realtà sociale! A meno che il lavoro di ricerca resti riservato (!), esso consentirà agli operatori scientifici di ottenere una maggiore conoscenza del campo in cui hanno lavorato. Questa connessione con "utenti" effettivi o stimati può far emergere nuove proposte di ricerca di natura mono-disciplinare per correggere i blocchi scientifici.
 
Tuttavia in questo contesto aperto alla società, il ricercatore non è probabilmente solo nel decidere come verrà utilizzata la sua produzione scientifica. Egli lavora accanto ad altri operatori (con cui ha normalmente già interagito sia solo nelle prime fasi dello studio) come i responsabili delle decisioni, le parti interessate e numerosi interlocutori. "La ricerca è parte del campo stesso e si colloca in un sistema di azione. Il problema della sua utilità o del suo utilizzo sarà quindi, in base al contenuto che ne deriva, oggetto di negoziazione, di varie strategie e sarà parte del gioco" (89). Renard (110), a questo proposito scrive: "La questione dell'utilità della ricerca non è tanto l'uso dei suoi prodotti da parte di operatori- responsabili delle decisioni, è l'uso della informazione primaria che questi possiedono in merito alla loro proprie azioni, la loro capacità di diventare oggetto di osservazione in questo atteggiamento positivo di disponibilità e apertura, in un'analisi critica e nel cambiamento ". Ciò significa che c'è un trasferimento parziale di responsabilità, il campo è stato "illuminato" e gli altri devono essere in grado di agire in piena cognizione di causa.
 
VI - 1 – E domani?
I punti discussi sopra illustrano il fatto che ci sia una "base" per le relazioni con la società.
Tuttavia, due commenti portano ad una necessaria evoluzione: in primo luogo questi elementi corrispondono alla definizione di una strategia che è legata (o meno) ad una reale o potenziale domanda da parte del pubblico in base al progresso tecnico e, dall'altro, all'approfondimento, nella logica della domanda, di settori scientifici con un obiettivo definito.
In generale, è possibile offrire applicazioni per la società legata al progresso tecnico, ma tende a essere trascurato un approccio a conseguenze potenzialmente dannose (questo porta naturalmente a chiedersi se la ricerca possa essere oggetto di finanziamenti significativi da parte dei decisori? In Occidente, meno dell'1% dei finanziamenti per le nanotecnologie è legato agli studi dei rischi per la società e l'ambiente). Per tornare a un migliore appaiamento dei vantaggi e degli svantaggi per la società, è stato sviluppato il concetto di ricerca socialmente responsabile (SRR) (57) "La diversità, la complessità, l'imperfezione, la vulnerabilità, è qui la forza di Ulisse, ecco la forza dell'Uomo. Ulisse non cerca di rubare agli dei la loro divinità, li confronta con la propria umanità che è la chiave della sua libertà. [...]
Il mondo che è costruito, per essere più umano, ma soprattutto per sopravvivere, deve ispirarsi all'educazione di Omero "(111). E 'sicuramente l'obiettivo della SRR.
 
Adams (112) dice però che "ogni cittadino è un vero e proprio esperto dei rischi nel senso originario del termine, siamo stati tutti addestrati con la pratica e l'esperienza nella gestione del rischio. I processi di tentativi ed errori da cui si impara a gattonare, poi a camminare ed a parlare implicano decisioni che devono affrontare l'incertezza. Nel nostro sviluppo verso le funzioni motorie, abbiamo progressivamente affinato le nostre tecniche di controllo dei rischi". L'utente è interessato in linea di principio al rischio che si suppone debba conoscere e dominare, ma non è così semplice per molti (buoni) motivi di cui in questo saggio. E 'quindi un settore importante che deve assolutamente essere esplorato.
 
Quindi, se questa conoscenza è intuitiva o rivelata da ogni persona, deve essere "tradotta" da una formazione adeguata, meno distorta possibile (il problema della divulgazione della conoscenza scientifica), condizione necessaria per la trasparenza e condizione per un'utile fondazione democratica (ma probabilmente difficile da realizzare). Tuttavia, la diffidenza del rischio è oggetto di studi di ricerca insufficienti che significa che ci sono stati a volte risultati molto contraddittori su un determinato argomento. Questo tende a confondere la società che richiede una risposta chiara, senza sfumature di grigio.
 
Questa incapacità dello scienziato di coprire tutti i campi sostenuti dalla moltiplicazione di nuove informazioni, verso cui alcune persone sono allarmistiche, provoca ulteriore ansia collettiva. E, in molti domini complessi, la scienza annaspa e tutte le informazioni utili (anche distorte) nei mass media possono essere sfruttate a scopo scandalistico. Che bisogna fare? Innanzitutto, tra gli elementi di previsione che possono essere acquisiti, è necessario negoziare la strategia desiderata / richiesta con le parti interessate. Non tutto è possibile in un mondo che funziona sotto la pressione del tempo, secondo i criteri umani, scelte strategiche in termini di tematiche di ricerca, spazio, ecc, che richiede risposte rapide a domande spesso appena accennate. È altamente necessario per i ricercatori spiegare quello che vogliono fare e come intendono farlo a tutti quelli che si sono interessati.
 
In ambito interdisciplinare, è probabilmente necessario spiegare anche ciò che non sarà fatto per mancanza di tempo, mezzi e personale. Questa strategia di riduzione deve essere illustrata e spiegata per condurre l'organizzazione all'interno di una gerarchia di azioni e scelte esplicite e responsabili. Dialogo, negoziazione, alleanza, fiducia, trasparenza, scelte sussidiarie sono dunque le parole chiave di questa comunicazione essenziale che è probabilmente difficile da realizzare, se non attraverso un conformismo comune e cieco dato che il settore da esplorare è vasto e in continua evoluzione... Tuttavia, un approccio cooperativo e interdisciplinare è possibile solo se può essere effettuato un lavoro veramente collettivo volto all'efficienza operativa (cioè non un semplice "addendum" della conoscenza disciplinare). In effetti, sarà necessario gestire le differenze culturali, le diverse dinamiche di operatori provenienti da diversi campi scientifici, le difficoltà indotte dalla distanza, anche se internet probabilmente può rendere più facile la comunicazione tra i partner. Saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi prefissati? In questo caso, l'organizzazione in una rete può essere considerata come un elemento essenziale per la trasparenza, anche se non è facile ottimizzare l'efficacia. Infatti, la riconversione delle attività implica pertinenza locale e l'associazione di ben supportati settori scientifici. E 'l'unico modo per sfruttare le informazioni provenienti dai diversi settori, attraverso le sinergie (massa critica per la durata di un progetto).
 
Quindi, il salto, il movimento dalla nazione, all'Unione europea deve essere tradotto dal rafforzamento locale di specializzazioni particolari (il concetto di massa critica e competitività), un'operazione che non può essere realizzata semplicemente agitando una "bacchetta magica". E probabilmente ci permette di evitare la semplice evoluzione quantitativa dei lavori scientifici pubblicati che potrebbe rappresentare una devianza del sistema, o anche un aumento della sua entropia ... Altri elementi di riflessione in questa negoziazione di un) "contratto"(esplicito o morale, spiegato alla società, definito da coloro che lavorano su un progetto e su una società più ampia, la posizione del "cliente o forse dell'utente". Il cliente / utente non può essere considerato un partner all'estremità della catena che può presentare proposte e attività binarie di ricerca. Le Scienze non devono cercare di definire questo contratto come una garanzia, o come un alibi, ma devono mettere in discussione " i collaboratori del cliente" al fine di valutare le produzioni scientifiche e diminuire per quanto possibile la distanza nei suoi rapporti con il mondo (problema di valutazioni successive o del "punto debole" di un sistema).
 
Questa considerazione specifica corrisponde all'apertura della ricerca fino a renderla più vicina alla domanda o ai requisiti sociali. Il lavoro di ricerca deve essere utile per la società, oggi o domani (altrimenti quale sarebbe la sua reale giustificazione?) E pertanto devono avere aspetti validati visibili, quantificabili, che vengono a volte anche veicolati dai media. Lasciando da parte il "ritratto stereotipato" dei "clienti consumatori" (con feedback) per la creazione di una conoscenza scientifica, " è necessario un "go-between/translator per fornire informazioni in entrambe le direzioni (a monte e a valle) su come si evolve la risposta, spesso in maniera interdisciplinare, ad una domanda che interessa la società. Al di là degli aspetti (multi)disciplinari, questa modalità di relazioni richiede la risoluzione di aspetti umani, organizzativi e di gestione o di governo... Nel loro lavoro, i ricercatori sono (e saranno sempre di più) portati a controllare tutti i fattori di influenza che consentano loro di raggiungere i loro obiettivi. L'integrazione necessaria della conoscenza e del lavoro (comprese le informazioni) permette di disporre dei messaggi che sono più utili, perché sono più orientati verso una risposta efficiente. Questi sviluppi sono prodotti con una visione complessiva e strategica di causa ed effetto e comunque non potranno più essere sempre pubblicati in maniera disciplinare, perché sono meno visibili per la maggior parte delle riviste scientifiche. La comunicazione scientifica e / o tecnologica sarà effettuata in altre forme più vicine a ricercatori "del settore".
 
Tuttavia, progetti "pesanti", come quelli sopra descritti, richiedono la collaborazione di numerosi operatori di diverse discipline... Ciò implica una certa riduzione attraverso il rafforzamento e una maggiore visibilità, del numero di tematiche di ricerca su cui lavorare, nonché la necessità di creare "una squadra di lavoro" incentrata su una "questione tecnologica o scientifica". Questa evoluzione, legata al lavoro di collaborazione a livello nazionale, europeo e internazionale, deve essere spiegata, o addirittura concordata all'interno del team di ricerca e / o con alcuni responsabili delle decisioni. Il fatto che solo una copertura parziale del campo scientifico in un progetto interdisciplinare sia possibile è accettato da tutti i partner ed è probabilmente un elemento che rafforza la fiducia. Ciò corrisponde infatti ad un "contratto" tra le scienze di innovazione e la Società in una cornice di apertura e trasparenza che amplia il concetto di SRR (57).
 
VI - 2 – E dopo domani?
Per spostarsi verso il mondo concreto e reale dell'esplorazione dei fenomeni legati alle innovazioni non basta solo una buona intenzione e deve corrispondere ad un impegno reale e collettivo. Tuttavia, anche se la fiducia può esistere a livello locale con l'apprendimento indotto dalll’ "incontro" attivo del ricercatore con la "realtà" del suo ambiente, permettendo la correzione, la strategia a lungo termine da costruire può essere collegata ad una terribile incertezza. Se, in linea di principio si nutre delle attuali conoscenze dei cittadini e delle loro numerose e complesse richieste o desideri che spesso sono mal espressi e di una certa accettazione sociale delle sue precedenti proposte, può trovare i suoi limiti e una responsabilità maggiore nella definizione del futuro legato alla ricerca che conduce alle innovazioni e alle sfide più importanti per la società. Innanzitutto, la presenza di rotture legate ad eventi sociali programmati o accidentali, ai cambiamenti politici, può portare a trasformazioni della strategia di azione. Questo si basa sul personale di ricerca che potrebbe limitare le dinamiche di evoluzione rispetto a quelle della società (un problema di reattività e di ricercatori troppo specializzati in una determinata area, ma è facile essere veramente competente ed esperto in tutte le aree?). Anche se questa previsione è imperfetta, definita dalla vera conoscenza, da contributi induttivi, di elementi collegati a casaccio e in base ad incontri casuali, possono sempre essere previsti negoziati con la società. Tuttavia, la definizione di un accordo può basarsi solo su principi e procedure rigidi che consentono interessi attuali per fare sentire la propria voce per poter essere presi in considerazione. Come Kant (113) si può essere ottimisti e seguire l'ipotesi che "nella morale, la ragione umana, l'intelligenza più comune, può essere facilmente portata ad un elevato grado di certezza e di perfezione". In questo contesto, la scommessa di Pascal è sempre vinta e le evoluzioni proposte sono sempre mirate al raggiungimento di progressi a lungo termine.
 
Infatti, l'evoluzione della società è un sistema molto complesso che è particolarmente sensibile alle condizioni iniziali (cfr. il paradigma delle ali della farfalla!) E, pur agendo in una cornice etica, convalidato periodicamente da altri, il miglioramento delle conoscenze legate all'innovazione può , tramite un effetto cumulativo (memoria) avere un impatto molto importante - che si allontana da ciò che era ampiamente previsto ed accettato in un primo momento – dalla posizione dell'uomo in questo mondo in rapida evoluzione. Jonas (114) in “Principle Responsibility” ci dice che "Il futuro non è rappresentato dai gruppi, non è una forza che si può gettare nel dibattito. Ciò che non esiste non ha potere e ciò che non è ancora nato nemmeno". Come possono certe evoluzioni disordinate che a volte sono difficili da percepire da parte della società essere rispettate per ridefinire un lavoro di ricerca in grado di soddisfare i requisiti? L’intuizione dell'evoluzione dei valori basterà per collegare il futuro con il presente? In questo senso, possono definire un'etica del futuro? L’OCSE (115) ha elencato alcuni ostacoli che possono danneggiare lo sviluppo dell'interdisciplinarietà e la condivisione delle idee:
 
·          L’esistenza di dipartimenti universitari centrati sulle discipline;
·          Riviste scientifiche mono-culturali;
·          Mancanza di comunicazione tra le discipline;
·          Alto rischio di fallimento tra le operazioni interdisciplinari a causa della massa sub-critica degli operatori;
·          Valutazione da parte di esperti e difficoltà nel prendere in considerazione il valore aggiunto della collaborazione;
·          Riconoscimento del merito.
 
Camacho-Hübner (116) ha definito la ricerca interdisciplinare come segue: "I ​​campi che attraverso lo scambio reciproco, si trovano su un percorso inesplorato, o addirittura nuovo, potrebbero essere considerati come interdisciplinari. Tuttavia, è importante sottolineare che un unico contatto tra i due, o più, campi di indagine non conferisce un valore vero di interdisciplinarità alla ricerca. Inoltre qualsiasi cambiamento di direzione all'interno della stessa disciplina non si identifica necessariamente con un'apertura interdisciplinare, anche se la presa in consegna di un oggetto di ricerca, tradizionalmente appartenente ad un'altra disciplina, indurrebbe a questo cambiamento direttamente o indirettamente "(cfr. 117, 118, 119, 120). È pertanto necessario essere coinvolti nella ricerca di bivi, sinergie tra i domini disciplinari che condizionano l'oggetto dell'azione e il suo rapporto tra Scienza, Tecnologia e Società (121), "non completamente prevedibile attraverso la conoscenza della conoscenza precedente" , come è richiesto nella brevettabilità delle innovazioni. Esso mirerebbe inoltre, per Gramaccia (122) "all’l'integrazione sociale della conoscenza verso ulteriori mediazioni sociali e culturali". Tuttavia, è necessario scegliere gli operatori interdisciplinari esistenti, se questi non cercano di "riconoscere" le proprie creature "devianti", non sarà mai possibile definire con maggiore precisione il concetto di interdisciplinarietà.
 
Comunque, se, è stato evidenziato, le comunità che condividono la stessa passione disciplinare sono innovative, ma tendono a chiudersi in se stesse, l'opportunità della Scienza è, da un punto di vista scientifico, sviluppare uno spazio multidisciplinare, aperto alla società , consentendo un funzionamento più collettivo di creazione e valorizzazione di nuovi concetti. Così, per associazione con le "normali" discipline scientifiche su tematiche veramente aperte che riguardano il futuro tecnologico della società, si metterà in evidenza le discontinuità che portano a ricostruzioni e adattamenti. Questi elementi devono costituire la natura specifica dell’interdisciplinarietà, puntando attraverso nuovi approcci alla creazione di legami tra uomo e produzioni, tra utenti e sistema di produzione e consumo. Questo è il motivo per cui è necessario spiegare come la ricerca viene studiata da scienziati e tecnici e in che modo i risultati della ricerca vengono comunicati al resto della società. Ciò significa che le discipline tecnico-scientifiche devono essere oggetto di un'analisi che va oltre il loro semplice rapporto possibile con la sola "verità" scientifica e devono essere coinvolte nell'approccio con l'orizzonte delle pratiche sociali e delle relazioni con cui possono essere collegate. Questo gruppo di domande centrali collega la ricerca con contesti economici, sociali e politici, e crea un collegamento diretto tra ricerca interdisciplinare e società.
 
"Siamo nel mondo dei "guidatori domenicali", come scrive George Friedmann," di uomini per i quali le cose funzionano e basta e sono un mistero " (123). E, nel contesto descritto nel presente saggio, gli autori vorrebbero andare contro il senso di questa proposta che corrisponde, in parte, alla visione della ricerca che è spesso / a volte troppo maldestra e troppo concettuale, in quanto corrisponde alle aspirazioni ed è adattata ad una "valutazione classica" che segue i modelli tradizionali, di un'altra epoca, o meglio di un altro mondo... In questa situazione, è necessario condividere meglio e riorientare la propria azione verso la missione di "base", ed essere quindi più efficienti e in questo modo sarà possibile essere riconosciuti come operatori che operano per lo sviluppo di "inter-discipline indisciplinate" scientifiche autonome e utili  per la società. Ma, come Henry (117) ci ricorda, "la valutazione della produzione scientifica ha sempre qualcosa a che fare con il" territorio "di una disciplina. Ciascuna avanza una propria definizione, secondo la definizione delle frontiere, si è "in - dentro" e si è "in - fuori", con i passaggi che sono a volte condannati a volte accettati, ma in una logica di trasfigurazione da imporre come legittima ". Questa opinione è ampiamente confermata da quella di Larrère (124) che ritiene che il paradigma industriale si impegni in una divisione tra conoscenze, tra scienze naturali e scienze umane e sociali, costituendo un " paradigma epistemico antropocentrico". In questo contesto, quando Scienze - Tecniche - Società vengono avvicinati, occorre quindi prendere in considerazione la possibilità di raggiungere forme più ottimali di valutazione.
 
In effetti, è necessaria un’auto-valutazione, lo stesso vale per una valutazione da parte di esperti esterni. In entrambe le situazioni, probabilmente è utile definire criteri quantitativi, che è necessario prendere in considerazione per quello che valgono (ma probabilmente non di più). In particolare, l'intrusione desiderata delle scienze "principali" nel campo sociale è un vincolo per l'utilità di tali criteri, che sono esclusivamente quantitativi. Questo significa che deve essere possibile ottenere giudizi qualitativi sulle operazioni interdisciplinari attraverso canali diversi:
 
·In generale: valutazione dell’interesse generale dell’azione di ricerca;
·Analitico: l’identificazione più precisa possible deivantaggi/svantaggi percettibili del lavoro di ricerca;
·Comparativo: analisi delle soluzioni alternative;
·Analogico: trasferimento dai giudizi espresso precedentemente sulle attività scientifiche considerate simili o giurisprudenza (125).
 
 
 
 
“Le persone intelligenti sono spesso restie ad esaminare alcuni problemi opposti ed a prendere a sangue freddo alcune decisioni che contrastano con le loro convinzioni ed i loro sentimenti. La maggior parte cerca di essere corretta, piuttosto che cercare di fare una bella figura” (Lecomte de Nouy, 1941).
 
“ Nel regno del pensiero, l’imprudenza è un metodo” (Bachelard, 1949).
 
“E’ attraverso il cambiamento che l’Uomo si realizza, altrimenti ciò non avviene” (De Beauvoir, 1947).
 
 
 
 
 
 
 
 

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Autore di riferimento   [Indice]

Jean-Claude Andrè
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