La fertilità ridotta nei maschi occidentali


Gli esperti l’hanno già soprannominata la crisi  degli spermatozoi.
Secondo un recente studio, presentato dalla Società europea di riproduzione umana ed embriologia, negli ultimi 17 anni la conta degli spermatozoi maschili nei trentacinquenni è calata del 32,2%.
La stessa tendenza si registra anche in Italia: una ricerca del 2011 ha evidenziato nei più giovani una diminuzione del 25% del numero di spermatozoi rispetto agli adulti.
Questi dati stanno allarmando gli specialisti che, al recente congresso della Società europea della Riproduzione, hanno dedicato all'argomento un'intera giornata.
Le loro preoccupazioni derivano dal fatto che il numero di spermatozoi è strettamente correlato alla fertilità: normalmente un uomo produce circa 60 milioni di spermatozoi per millilitro di sperma e, perché sia considerato fertile, ne bastano anche 40 milioni. Al di sotto di questa quantità, invece, le capacità riproduttive si riducono notevolmente.
Gli ultimi dati hanno evidenziato che un giovane su cinque ha un numero di spermatozoi così basso da interferire con le sue capacità riproduttive.
I fattori responsabili potrebbero essere diversi: l’abitudine al fumo della madre durante la gravidanza; i bambini che nascono prematuri o che sono sottopeso o sovrappeso durante l'infanzia; le sostanze chimiche come pesticidi e ftalati che sono contenuti nella plastica e altri inquinanti, definiti interferenti endocrini, che possono alterare il funzionamento del sistema ormonale con effetti negativi sulla produzione dello sperma; il fumo di marijuana e di tabacco che danneggia gli spermatozoi alla pari della sedentarietà o di una dieta ricca di grassi.
Per fortuna alcune di queste situazioni sono reversibili, cosicchè una dieta corretta e un’ attività fisica regolare possono essere ottimi rimedi contro l’infertilità.
 

Fonte:www.eshre.eu

Simone De Sio

Giovanni Rinaldi