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ISSN:2240-2594
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International Open Access Journal of Prevention and Research in Medicine
Director Prof. Francesco Tomei
Negli ultimi venti anni la fame nel mondo si è ridotta del 34%. Lo conferma l’Indice Globale della Fame (GHI), presentato dalla Cesvi, organizzazione no-profit di solidarietà mondiale.
Questo miglioramento è essenzialmente dovuto ad un maggior investimento nello sviluppo e nelle infrastrutture sanitarie nonché ad una maggior diffusione delle pratiche igieniche.
A fronte di questi dati incoraggianti c’è da menzionare la condizione ancora molto precaria di alcune zone molto povere dell’Africa e dell’Asia, in cui persiste una situazione di malnutrizione alquanto preoccupante.
Milioni di persone continuano a non avere cibo a sufficienza a causa soprattutto dell’ isolamento geo-politico a cui sono costrette e delle calamità naturali che ciclicamente si verificano, che, limitando l’accesso al cibo, costringono vaste regioni ad una povertà assoluta.
Negli ultimi anni grazie all’azione di vari organismi internazionali, anche nelle zone più povere del mondo si sono diffuse le vaccinazioni, è stato facilitato l’accesso all’acqua potabile e sono migliorate le pratiche igieniche: iniziative che hanno portato ad un’importante riduzione della mortalità.
Per combattere adeguatamente la fame nel mondo d’altronde è fondamentale l’impegno di tutta la comunità internazionale, attraverso investimenti e politiche di sviluppo che permettano alle popolazioni colpite di accedere direttamente alle risorse alimentari, sfruttando al meglio le risorse del proprio territorio.