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ISSN:2240-2594
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International Open Access Journal of Prevention and Research in Medicine
Director Prof. Francesco Tomei
Fotografato per la prima volta l'HIV mentre penetra nelle cellule umane
Uuna danza o lo sbocciare di un fiore. Un'immagine bellissima se non fosse che a ballare è uno dei virus più temuti e combattuti degli ultimi cento anni, l'HIV.
Un gruppo di ricercatori americani, infatti, è riuscito per la prima volta a osservare con un dettaglio mai raggiunto il modo con cui il virus penetra nelle cellule umane. Lo studio, che ha richiesto l'impiego di tecniche di nanoscopia innovativa è stato pubblicato simultaneamente dalle più importanti riviste scientifiche del mondo. A realizzarlo un team composito di ricercatori americani della Yale Medical School, dell Weill Cornell Medical College e del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID).
Lo studio ha permesso di osservare le trasformazioni che avvengono sulla superficie del virus dell'Hiv con una risoluzione estremamente dettagliata a livello atomico. In pratica è stato possibile fotografare tutti i cambiamenti messi in atto dal virus che gli permettono di penetrare le cellule umane e di eludere le difese del sistema immunitario.
Rendere i movimenti del virus visibili, in modo da poterli seguire in tempo reale, guardando come le proteine di superficie sul virus si comportano, si spera aiuterà a capire come evitare la fusione con le cellule umane. La ricerca, secondo gli scienziati, fornirà di certo informazioni utili per la realizzione di un vaccino, perché proprio grazie a questa scoperta sono stati evidenziati alcuni punti deboli del virus. In pratica è stato osservato che mentre il virus scompone la sua struttura molecolare prima di entrare nella cellula assume una forma particolare che i ricercatori hanno definito, forma di base. Ebbene durante questa fase, il virus sembra essere più sensibile all'azione delle cellule immunitarie e dunque più vulnerabile.
I ricercatori hanno anche osservato la reazione del virus agli anticorpi CD4 sintetici evidenziando come queste molecole siano riuscite a evitare la "sbocciatura del virus" e quindi a bloccare la sua capacità di penetrare nelle cellule.
La visualizzazione così dettagliata e ravvicinata del meccanismo che porta il virus a legarsi alle cellule umane rappresenta uno dei passi più significativi verso la realizzazione di un vaccino.
Se questa tecnologia si rivelerà utile per questo virus, inoltre, potrebbe essere utilizzata per decodificare i processi di infezione di altri patogeni.