Articoli Neurologia - P&R Scientific
Volume 3, Numero 3
06.08.2013
Declino cognitivo nella malattia di Parkinson: da “la paralisi agitante” a un paradigma più complesso
 
 
Letteri F, Reniè R, Bruno G

Autori   [Indice]

Letteri F1, Reniè R1, Bruno G1  

1Clinica della Memoria, Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, “Sapienza” Università di Roma

Citation: Letteri F, Reniè R, Bruno G. Cognitive decline in Parkinson’s disease: from “The Shaking Palsy” to a more complex paradigm. Prevent Res 2013; 3 (3): 213-224.
Available from: http://www.preventionandresearch.com/. doi: doi: 10.7362/2240-2594.127.2013


doi: 10.7362/2240-2594.127.2013


Parole chiave: Demenza nella malattia di Parkinson, disturbo cognitivo lieve nella malattia di Parkinson, aspetti neurobiologici, fattori genetici, biomarkers e trattamento
                                 

Abstract   [Indice]

La malattia di Parkinson era originariamente considerata come una patologia esclusivamente interessante il sistema motorio, in accordo con la prima descrizione di James Parkinson in “La paralisi agitante”. Oggi ,invece, nell’attività clinica si è acquisita una crescente consapevolezza della complessità della malattia: la demenza è uno tra i sintomi non motori più studiati nei pazienti parkinsoniani per le sue implicazioni nel contesto personale e sociale. Recenti evidenze suggeriscono che oltre l’80% dei pazienti con la malattia di Parkinson sono affetti da demenza negli ultimi stadi della malattia e che questo rappresenta un rischio rilevante di ammissione in case di cura e di prolungamento nei ricoveri. Criteri diagnostici clinici sono stati suggeriti per la demenza nella malattia di Parkinson al fine di tracciare linee comuni di diagnosi. Frequentemente i pazienti parkinsoniani presentano un stato di deterioramento cognitivo fin dal momento della diagnosi, definito come deterioramento cognitivo lieve (PD-MCI). Nei pazienti con Parkinson non dementi, il deterioramento cognitivo lieve è il maggiore precursore di conversione alla demenza e nuovi criteri diagnostici e linee procedurali diagnostiche sono state proposte dalla Movement Disorder Society per meglio identificarlo. Il coinvolgimento di differenti circuiti comprendenti la neurotrasmissione della dopamina, della noradrenalina e dell’acetilcolina dà ragione del multi sfaccettato profilo cognitivo dei pazienti con Parkinson. Le principali caratteristiche cliniche includono i deficit di attenzione, il disturbo delle funzioni esecutive oltre all’alterazione delle abilità visuospaziali e di memoria.  Le neuroimmagini, la valutazione genetica, la biochimica periferica e centrale e la neuropsicologia sembrano essere utili strumenti nell’individuare un precoce declino cognitivo in questi pazienti. Nel 2012, l’analisi di Cochrane ha sottolineato l’efficacia terapeutica degli inibitori dell’acetilcolinesterasi nei pazienti con demenza nella malattia di Parkinson. Al momento, la rivastigmina è il trattamento più riconosciuto, in quanto ha dimostrato di fornire un reale beneficio nelle funzioni cognitive, nei disturbi psichiatrici e nelle attività del vivere quotidiano nei pazienti con Parkinson associato a MCI e demenza. Alcuni dati suggeriscono anche possibili effetti terapeutici sulla sfera cognitiva della memantina, già utilizzata nel trattamento della malattia di Alzheimer. Anche l’atomoxetina, un inibitore selettivo del reuptake della noradrenalina, ha mostrato beneficio  nei disturbi non motori del Parkinson correlati alla perdita dei neuroni noradrenergici, come nelle capacità cognitive (ad es. capacità attentive) e nella sonnolenza diurna. Infine, il trattamento dei disturbi motori con la levodopa ha dimostrato un impatto positivo su alcuni aspetti cognitivi come la memoria di lavoro e le attività di pianificazione, ma esso sembra anche indurre deficit cognitivi per un sovradosaggio di dopamina nelle aree cerebrali meno dopaminergicamente deplete (ad es. nucleo caudato e ventricolare striato). L’obiettivo di ottimizzare la diagnosi di deterioramento cognitivo lieve e di instaurare un trattamento per rallentare la progressione alla demenza nella malattia di Parkinson è una priorità chiave della ricerca scientifica.

Autore di riferimento   [Indice]

Federica Letteri
Clinica della Memoria, Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, “Sapienza” Università di Roma
e-mail: info@preventionandresearch.com 


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