Articoli Medicina del Lavoro - P&R Scientific
Volume 4, Numero 4
30.12.2014
CASO STUDIO DI QUANTIFICAZIONE DEI BIOMARCATORI URINARI DEL BENZENE: IL CONFRONTO DI CAMPIONI DI INIZIO E FINE TURNO LAVORATIVO MIGLIORA L'INTERPRETAZIONE DEI DATI INDIVIDUALI DI MONITORAGGIO BIOLOGICO
 
 
Miraglia N, Genovese G, Basilicata P, Pieri M, Simonelli A, Guadagni R, Lamberti M, Pedata P, Acampora A, Sannolo N

Autori   [Indice]

Miraglia N1, Genovese G1, Basilicata P2, Pieri M1,2, Simonelli A1, Guadagni R1, Lamberti M1, Pedata P1, Acampora A2, Sannolo N1  

1Dipartimento di Medicina Sperimentale – Sezione di Igiene, Medicina del Lavoro e Medicina Legale – Unità di Medicina del Lavoro – Seconda Università di Napoli, Via L. De Crecchio, 7. 80138, Napoli
2Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate – Sezione di Medicina Legale, Istologia e Anatomia, Università di Napoli “Federico II”, Via Pansini, 5. 80131, Napoli


Available from:
A CASE STUDY OF BENZENE URINARY BIOMARKERS QUANTIFICATION: THE COMPARISON BETWEEN PRE- AND POSTSHIFT SAMPLE IMPROVES THE INTERPRETATION OF INDIVIDUAL BIOLOGICAL MONITORING DATA

Abstract   [Indice]

Introduzione 
Il benzene, intermedio chimico in ambito industriale e costituente di greggio, carburanti e fumo di tabacco, è un inquinante ubiquitario presente negli ambienti indoor e outdoor, principalmente a causa delle emissioni dei veicoli a motore e del fumo di sigaretta; l'esposizione professionale/ambientale al benzene, pertanto, riguarda gran parte della popolazione. Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato la tossicità per l’uomo del benzene, che è stato classificato come cancerogeno (gruppo A1) dalla American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH), che suggerisce un valore limite soglia pesato nel tempo (TLV-TWA) pari a 0.5ppm. Risulta indispensabile, quindi, poter disporre di strategie di prevenzione dei rischi per la salute, che consentano di discriminare tra esposizione professionale e non professionale.
 
Obiettivi
Valutazione dell’esposizione occupazionale al benzene mediante il confronto tra i livelli dei biomarcatori urinari in campioni di inizio e fine turno lavorativo in indagini di monitoraggio biologico (MB).
 
Metodi 
È stato condotto un monitoraggio biologico di 14 lavoratori (fumatori e non fumatori) in una stazione di rifornimento di carburante. Il benzene (UB) e l’acido trans,trans-muconico (t,t-MA) urinari sono stati adoperati quali indicatori biologici di esposizione. La determinazione di UB e t,t-MA è stata effettuata mediante microestrazione in fase solida per spazio di testa, seguita da analisi gas cromatografica accoppiata a spettrometria di massa in modalità di acquisizione di ioni selezionati e mediante HPLC/UV, rispettivamente. Sono stati determinati, inoltre, i livelli di creatinina urinaria. La raccolta delle urine è stata, inizialmente, eseguita alla fine del turno lavorativo (prima campagna di MB), come suggerito dall’ACGIH. Data le difficoltà nell’interpretazione di dati individuali statisticamente poco significativi, la raccolta delle urine è stata ripetuta ad inizio e fine turno lavorativo (seconda campagna di MB).
 
Risultati e Discussione
La prima campagna di MB ha fornito risultati contrastanti: alcuni lavoratori con basse concentrazioni di benzene urinario, presentavano elevati livelli di t,t-MA (e viceversa); inoltre, sebbene la maggior parte dei lavoratori esaminati mostrasse livelli dei biomarcatori inferiori agli Equivalenti Biologici (EB) e agli IBE dell’ACGIH, sono state riscontrate diverse eccezioni, con concentrazioni di UB e  t,t-MA superiori ai valori limite. Secondo l’ACGIH, livelli elevati dei biomarcatori nelle urine di fine turno suggeriscono una esposizione professionale a benzene. Tuttavia, gli IBE dell’ACGIH sono definiti su base statistica e non dovrebbero essere usati nell’interpretazione dei dati individuali; i dati ottenuti analizzando unicamente le urine di fine turno senza conoscere i livelli individuali di background, infatti, non erano facilmente interpretabili.
Di conseguenza l’indagine di monitoraggio biologico è stata ripetuta raccogliendo campioni di urina sia ad inizio che a fine turno lavorativo. Il decremento della concentrazione dei biomarcatori osservato per diversi lavoratori consente la discriminazione tra esposizione professionale e non professionale.
 
Conclusioni 
I risultati ottenuti suggeriscono che nella valutazione dell'esposizione degli individui (singoli lavoratori) a sostanze chimiche pericolose ubiquitarie mediante dati di monitoraggio biologico, è necessario misurare la concentrazione di biomarcatori sia prima che dopo ogni potenziale causa di esposizione, in modo che i fattori confondenti possano essere presi in considerazione nell’interpretazione dei dati.

Parole chiave: benzene, monitoraggio biologico, urine di inizio turno, agenti chimici ubiquitari 

Autore di riferimento   [Indice]

Giuliana Genovese
Dipartimento di Medicina Sperimentale – Sezione di Igiene, Medicina del Lavoro e Medicina Legale – Unità di Medicina del Lavoro – Seconda Università di Napoli, Via L. De Crecchio, 7. 80138, Napoli