Cardiopatie, la sfida comincia dal sale a tavola


La guerra all'infarto e all'ictus comincia a tavola e passa dal bando alla saliera. Ridurre l'introduzione di sale di circa un terzo nei prossimi 10 anni è uno dei 9 obiettivi globali fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità contro le malattie non trasmissibili.
L'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità lancia a tal proposito un appello a tutti i Paesi, affinché intraprendano azioni contro l'abuso di sale in cucina. Se si riuscisse a centrare il traguardo di una riduzione dei consumi pari al 30% entro il 2025, milioni di vite potrebbero essere salvate da attacchi di cuore, ictus e altre malattie correlate.

Il sale aumenta la pressione arteriosa e l'ipertensione, ricordano gli esperti, moltiplica il rischio di cardiopatie e stroke. In media, rileva l'agenzia ginevrina, ogni persona introduce 10 grammi di sale al giorno: circa il doppio della 'dose' complessiva raccomandata proveniente da ogni fonte (inclusi cibi processati, pasti già pronti e pietanze cucinate a casa), e cioè meno di 5 grammi al giorno (pari un cucchiaino scarso di tè), o anche meno nella dieta di bimbi e ragazzi dai 2 ai 15 anni di età.
Ridurre il consumo di sale è uno dei modi più efficaci attraverso i quali ogni Paese può promuovere la salute dei propri abitanti. Urge quindi che anche l'industria alimentare lavori a stretto contatto con l'Oms e i governi nazionali per ridurre sempre di più i livelli di sale nei prodotti. 
Per contribuire a tagliare il consumo di sale, l'Oms suggerisce ai decisori politici una serie di interventi: regolamenti e politiche per assicurare che i produttori di alimenti e i rivenditori riducano i livelli di sale in cibi e bevande; accordi con produttori e rivenditori affinché i cibi a basso contenuto di sale siano disponibili e accessibili; promuovere la riduzione di sale in scuole, ospedali, posti di lavoro e istituzioni pubbliche; garantire etichette chiare e trasparenti che permettano ai consumatori di conoscere l'effettivo contenuto di sale di ogni prodotto; attuare le raccomandazioni Oms sulla commercializzazione di prodotti alimentari e bevande non alcoliche ai bambini.
Ma la guerra alla saliera si combatte ogni giorno anche a casa. Ecco i consigli ai consumatori: leggere il contenuto di sale in etichetta quando si comprano cibi già preparati; togliere dalla tavola saliere e bottiglie di salse salate; limitare la quantità di sale aggiunto cucinando al massimo un quinto di cucchiaino da tè al giorno; limitare il consumo di prodotti ad alto contenuto di sale; educare i gusti dei bambini abituandoli a una dieta composta in maggioranza da cibi non processati e senza l'aggiunta di sale.
L'Oms raccomanda infine che nei Paesi in cui è diffuso il deficit di sodio tutti i sali siano iodati. Anche l'utilizzo di sale iodato in moderate quantità può infatti fornire i benefici di salute legati all'elemento, assicurando per esempio un adeguato sviluppo cognitivo dei bambini.

Fonte: 
http://www.who.int/en/

Simone De Sio

Alessandra Di Marzio