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ISSN:2240-2594
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International Open Access Journal of Prevention and Research in Medicine
Director Prof. Francesco Tomei
Lo stato di salute dei detenuti ed il sovraffollamento delle carceri italiane rappresentano problemi di grande attualità.
Ad oggi in Italia i detenuti sono oltre 65.000 e le patologie più ricorrenti riguardano la sfera psichica e le infezioni.
Secondo i dati 2012 della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe) un detenuto su tre è positivo all’epatite C, la prevalenza dell’Hiv e dell’epatite B è intorno al 5%, mentre il 30% circa della popolazione carceraria soffre di disturbi psichici.
Un aspetto grave è rappresentato dai soggetti che, entrando in carcere in buone condizioni di salute, contraggono infezioni a causa del contatto diretto con individui portatori di malattie infettive più o meno gravi.
Non va dimenticata la problematica dei tossicodipendenti, la cui gestione è particolarmente difficoltosa all’interno di un carcere.
A preoccupare i medici penitenziari sono anche gli stili di vita dei detenuti: il tasso di fumatori tra la popolazione carceraria è altissimo e l’alimentazione è spesso poco sana; così queste persone hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari e tumorali rispetto alla popolazione generale.
Ad incidere pesantemente sulla salute dei detenuti sicuramente il sovraffollamento è uno dei fattori più rilevanti. Il numero di detenuti (oltre 65.000) rispetto ai posti disponibili (circa 47.000), rappresenta l’ostacolo maggiore per i medici e gli infermieri penitenziari, costretti a lavorare in condizioni talvolta molto difficili.
Recentemente è stata fondata la “European Federation for Prison Health”, guidata dall’Italia per i prossimi due anni, istituita appositamente con lo scopo di affrontare le problematiche sanitarie degli istituti penitenziari europei.