International Open Access Journal of Prevention and Research in Medicine
Director Prof. Francesco Tomei

L’Autore, nel presente lavoro e nella popolazione studiata di 40 occhi, affetta da vari tipi di malattia glaucomatosa, ha studiato la correlazione con eventuali effetti collaterali iatrogeni ed i doverosi aspetti medico legali connessi ad una eventuale progressione del glaucoma, la quale rappresenta sempre un importante problema di medicina sociale per l’incidenza di disabilità visiva nell’età adulta, laddove per l’entità e la varietà degli effetti collaterali farmacologici non sia possibile utilizzare durante la gravidanza i farmaci specifici più impegnativi.
Infatti anche l’utilizzazione di una terapia topica a bassissimo dosaggio antiglaucomatoso, come quella rappresentata dal timololo 0.1% in gel, una quantità importante del suo volume fino all’80% da luogo ad un assorbimento sistemico, con tutto il corollario dei possibili effetti iatrogeni, particolarmente pericolosi durante le prime settimane di gravidanza.
Inoltre risulta altresì importante considerare anche la particolare fisiologia fetale, che può determinare una maggiore persistenza nella circolazione di farmaci liposolubili e non ionizzati, come quello in parola.
Risulta altresì ovvio che la sospensione totale della terapia medica durante la gravidanza, allo scopo di non sottoporre il feto ai possibili effetti collaterali farmacologici, sarà possibile solo nelle pazienti selezionate che non mostrino durante il periodo di tempo considerato eccessivi rialzi del tono oculare, che determinano quindi la specifica sintomatologia della malattia glaucomatosa.
Infatti sintomi come il dolore oculare persistente, la riduzione delle capacità visive centrali e/o periferiche, la percezione di aloni colorati attorno alle sorgenti di luce non schermata, risultano essere particolarmente fastidiosi ed intollerabili dai pazienti.