Aids, Lancet: "Gli antiretrovirali hanno salvato milioni di vite"


Milioni di vite sono state salvate nel Mondo grazie alla grande diffusione degli antiretrovirali. Negli ultimi 13 anni le infezioni da Hiv sono scese di quasi il 33%, i decessi legati alla tubercolosi (Tbc) sono diminuiti del 3,7%, e i bambini vittime della malaria nell'Africa sub-sahariana sono calati del 31,5 % negli ultimi dieci anni. Una notizia positiva confermata da un vasto pubblicato sulla rivista scientifica Lancet in occasione della conferenza internazionale sull'Aids. 
Un gruppo di ricercatori ha realizzato lo studio più completo ad oggi esistente sugli obiettivi del millennio per lo sviluppo nella lotta contro l'HIV, la malaria e la tubercolosi.
I ricercatori hanno analizzato i dati delle tre malattie in 188 paesi nel periodo che va dal 1990 al 2013. 

La ricerca dimostra che l'attenzione rivolta a queste malattie ha avuto un impatto reale. Resta tuttavia ancora molto da fare e queste tre malattie restano un grande problema di salute. Per quanto riguarda l'Aids, gli antiretrovirali che permettono di combattere il virus, fino a non riuscire a rintracciarlo nel sangue, non offrono una guarigione totale, ma permettono di prolungare di molto la vita delle persone infette. Tra le donne incinte, permettono inoltre di impedire la trasmissione dell'HIV da madre a figlio. In base allo studio, il loro utilizzo dal 1996 ha permesso di salvare 19,1 milioni di anni di vita stimati, in grande maggioranza (70,3%) nei paesi in via di sviluppo.
Il lavoro offre inoltre dei dati sullo stato dell'epidemia di Aids nel Mondo. Per il 2013 il numero di morti a causa dell'Aids è stimato in 1,3 milioni, il numero di nuove infezioni è dato a 1,8 milioni e il numero di sieropositivi a 29,2 milioni. Il picco dell'epidemia nel 2005 ha provocato 1,7 milioni di morti. Dal 1997, il numero di nuove infezioni è diminuito al ritmo del 2,7% all'anno. Secondo lo studio, l'epidemia in America Latina e in Europa dell'Est è più limitata di quanto stimato in precedenza; in cambio nelle filippine la situazione è peggiorata.
Una ricerca in fase iniziale su 6 pazienti mostra inoltre che basse dosi di chemioterapia possono 'risvegliare' il virus, facendolo uscire dal suo nascondiglio. Gli esperti precisano che è improbabile che il medicinale possa lavorare per contro proprio per curare l'HIV, ma si tratta di un inizio promettente. I farmaci antivirali possono ridurre l'HIV a livelli non rilevabili nel sangue, così le persone sieropositive possono avere una speranza di vita quasi normale. Ma c'è un problema: l'HIV può incorporare il proprio Dna nel nostro, formando quelli che si chiamano 'serbatoi' di virus e che lo fanno scampare all'attacco dei farmaci e del sistema immunitario. Quando si interrompe un trattamento farmacologico, il virus può saltare fuori dal serbatoio e rinnovare il suo assalto. La nuova ricerca mira a tirar fuori il virus dalle sue riserve servendosi dell'effetto di un farmaco chemioterapico, che viene utilizzato nel linfoma. Ebbene, c'è stato un aumento notevole dei livelli virali nel sangue di 5 pazienti. Il passo successivo - spiegano gli esperti - sarà combinare il farmaco con qualcosa che migliori il sistema immunitario e in questo caso si tratta di un vaccino contro l'HIV.
Questo studio è un passo avanti, ma ulteriori studi sono necessari.

Fonte: 
http://www.thelancet.com/

Simone De Sio

Alessandra Di Marzio